L’Emilia Romagna ci prova, terza regione in Nord Italia, dopo Veneto e Lombardia. Ma al momento è solo un annuncio.
Mercoledì, 05 Novembre 2014 – Doctor33
Intanto, in Veneto con un accordo sindacati –regione gli ambulatori by night sono una realtà negli ospedali e i sanitari vengono pagati 40 euro/ora; in Lombardia si è partiti a livello sperimentale registrando 41 mila prestazioni in 2 mesi, un boom, ma anche qui si sono registrate carenze di dialogo con i sanitri.
A Sud del Po ci si muove a pochi giorni dalle elezioni regionali, e le dichiarazioni dell’assessore alla sanità Carlo Lusenti non illudono Carlo Cordella, presidente Cimo Asmd Emilia Romagna. «Da quando sono stati bloccati i contratti e la legge Brunetta ha tolto la concertazione – dice Cordella – la Regione non convoca i sindacati a parlare di gestione delle piante organiche e di organizzazione la Regione».
Che cosa direbbero a Lusenti i suoi colleghi in corsia (è stato segretario Anaao)? «Che per fare i servizi ci vogliono gli uomini, ma il personale è contato e il blocco del turn over è stato allentato solo in alcuni ospedali; e che occorre assumere. I mille precari che l’assessore ha detto di voler stabilizzare sono un numero attendibile anche se fin qui le aziende hanno un po’ tenuto “mascherati i dati”.
Ci sono colleghi che vivono da 7-8 anni nell’impossibilità di gestirsi il domani; né i servizi, senza di loro, possono assicurare continuità della produzione sanitaria o progettualità. Ma prima di ogni cosa bisogna parlare con i sanitari; i settori sguarniti sono radiologia e cardiologia, i pazienti in screening attendono a lungo esami ordinari come la mammografia».
Per “efficientare” i servizi, l’Emilia Romagna intende stanziare 15 milioni di un tesoretto di 200 per metà dedicato ad ammodernare le strutture. «Ma ci sono anche strumenti contrattuali per far fronte a queste emergenze, ci sono fondi aggiuntivi da spendere, da sbloccare, e si poteva fare mesi fa. Così come si poteva dialogare…».
Mauro Miserendino