Roma, 5 dicembre – Si intensificano i rumors di un prossimo sbarco di Amazon nel mercato del retail farmaceutico. Le voci, che rimbalzano ormai da mesi, questa volta si riferiscono a contatti tra il colosso mondiale dell’e-commerce e i dirigenti di importanti aziende di farmaci generici come Mylan e Sandoz Novartis. A riferirne, producendo un significativo rialzo in borsa delle azioni Mylan, è stata venerdì scorso l’emittente Cnbc, facendo riferimento a fonti che, al momento, non vengono rivelate.
Non è ancora chiaro però – sottolinea Cnbc nel suo servizio – se Amazon voglia entrare nel mercato come grossista o come rivenditore al dettaglio di farmaci. Su quelle che sono le sue reali intenzioni, la società di Jeff Bezos continua infatti a rimanere estremamente abbottonata.
È il caso di ricordare che la stessa Cnbc, non più tardi di tre settimane fa, aveva riferito di un carteggio con le autorità regolatorie dal quale emergeva in buona sostanza l’orientamento di Amazon a non “sbarcare” nel settore della vendita on line di prescription drugs, almeno nel breve periodo, smentendo le previsioni di chi aveva interpretato la registrazione del dominio AmazonRx.com e la richiesta e l’ottenimento delle licenze di vendita di farmaci con ricetta in 13 Stati USA come gli inequivocabili segnali della volontà si ripetere nel settore del farmaco quanto già realizzato in altri settori di consumo (cfr. RIFday del 16 novembre scorso).
Sempre dagli Usa, intanto, arriva la notizia dell’acquisto del colosso assicurativo sanitario Aetna da parte della catena di farmacie Cvs, che dispone di 9700 farmacie sul territorio federale. L’accordo, del quale il nostro giornale ha già diffusamente riferito nei mesi scorsi (qui e qui), è destinato a ridisegnare l’industria sanitaria americana.
Gli azionisti Aetna riceveranno 207 dollari per azione, 145 dei quali in contanti. “L’unione unisce l’esperienza di due grandi società. Creeremo una piattaforma sanitaria costruita sui clienti” afferma l’amministratore delegato di Cvs, Larry Merlo. L’operazione rappresenta anche una mossa per prevenire eventuali iniziative di Amazon sul mercato dei farmaci, scongiurando il rischio di finire “amazoned”, ovvero “amazonizati”, neologismo con il quale i giornali USA indicano le aziende spazzate via dall’apparentemente inarrestabile marcia di conquista dei mercati del colosso mondiale dell’e-commerce.
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