Allarme colesterolo [LDL], dimezzati i limiti: “Non deve mai superare 100”. In base agli studi più recenti i valori massimi del colesterolo cattivo non dovrebbero superare i 100, contro i 190 “tollerati” attualmente: ecco perché
Redazione TODAY – 30 agosto 2016
Secondo quanto si sapeva fino a oggi, le indicazioni potevano variare a seconda della predisposizione familiare alle malattie cardiache e al proprio stato di salute, senza superare comunque i 190.
Invece adesso il limite posto dai cardiologi al Ldl (Low Density Lipoproteins, ovvero le proteine grasse che rendono così gustosi alcuni cibi), è tassativamente compreso tra i 70 e i 100, indipendentemente dalla situazione medica.
Francesco Romeo, presidente della Società Italiana di Cardiologia: “Avere un target di colesterolo entro 70-100 è fondamentale. Questo vale per tutti, anche per quei soggetti che hanno valori di norma molto alti per ipercolesterolemia familiare. Per abbassarlo il primo fattore è l’alimentazione, poi si possono usare le statine, e infine, per chi non riesce ci sono i nuovi farmaci, gli anticorpi anti PCSK9 [N.d.R.: Alirocumab di Sanofi/Regeneron ed Evolocumab di Amgen, negli USA il prezzo è fra gli 8mila e i 12mila dollari all’anno], che hanno grande potenzialità”.
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Il PCSK9 o (Proprotein convertase subtilisin/kexin type 9) o proproteina della convertasi subtilisina/Kexin tipo 9 (PCSK9) è un enzima codificato, nell’uomo, dal gene PCSK9 sul cromosoma 1. Regola la degradazione del recettore LDL (low-density lipoprotein) per il colesterolo. La PCSK9 inizialmente era chiamata NARC-1 (neural apoptosis-regulated convertase-1)
Si ritiene che l’AIFA disporrà la rimborsabilità per questi nuovi farmaci per i pazienti resistenti alle terapie convenzionali e per i soggetti in prevenzione secondaria dopo una sindrome coronarica acuta, non a target o intolleranti alle statine. I soggetti candidabili a queste terapie innovative secondo queste indicazioni, nel nostro Paese potrebbero dunque essere circa 20-30 mila.
N.d.R. a chiarimento: ci sono arrivate molte richieste d’informazioni, perplessità e obiezioni in relazione all’articolo che abbiamo riportato sopra. La scarsissima reputazione delle aziende farmaceutiche ha indubbiamente incrementato le critiche. La cosa probabilmente nasce da alcune ambiguità. Ambiguità che sono presenti nei numerosi articoli pubblicati in questi giorni su questo argomento.
Ad una prima vista poteva sembrare una manovra di “marketing” per abbassare i parametri di riferimento per aumentare il numero di pazienti da trattare con i farmaci. Magari frutto di un contributo (non condizionato, ovviamente) dei produttori dei nuovi farmaci per l’iprercolesterolemia. C’è infatti la concomitanza sospetta del lancio di questi nuovi farmaci.
A pensar male si fa peccato, ma a volte ci si prende
Probabilmente in questo caso non è così (o non è solo così). Ad una più attenta lettura si può notare che tutti gli interrogativi e perplessità nascono dal più o meno consapevole sensazionalismo che domina tutti questi articoli. Non a caso abbiamo riportato nelle note i riferimenti di laboratorio. Tutto nasce dall’ambiguità degli articolisti, probabilmente non a conoscenza del problema, del Colesterolo Totale confuso con il Colesterolo LDL o non specificando i valori dell’uno e dell’altro. Per il primo viene considerato come limite un valore di 200, mentre per il Colesterolo LDL il limite di riferimento è considerato 130 (e inferiore) mg per decilitro, mentre viene considerato ottimale un valore di almeno 100. Tutti i medici ritengono che valori inferiori siano da preferire. Secondo le linee guida NCEP-ATPIII il Colesterolo LDL fra 130 e 159 è considerato borderline elevato, fra 160 e 189 elevato e superiore a 190 molto elevato.
La notizia sensazionale in sostanza non ha niente di sensazionale in quanto già da tempo i dati di riferimento vengono valutati in questo modo ed il Prof. Romeo non ha fatto altro che riportarlo.
Il sensazionalismo e la non conoscenza dell’argomento da parte dei giornalisti hanno fatto il resto.