“L’accordo stipulato anche dal Lazio per acquistare farmaci con gare indette da cinque Regioni insieme è rivoluzionario e ci farà risparmiare in tutto 31 milioni di euro, 10 dei quali solo per la nostra Regione. Questo è l’esempio di come si può risparmiare efficientando la macchina amministrativa e di come per noi la spending review corrisponda a innovare, non a tagliare le prestazioni”.
Questa la dichiarazione resa ieri dal presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti (nella foto con Cantone), in occasione dell’inaugurazione del Centro per gli studi clinici di Fase 1 dell’Ifo, Regina Elena e San Gallicano di Roma, alla quale è intervenuto insieme al sottosegretario alla Salute Armando Bartolazzi.
Zingaretti ha voluto sottolineare come l’uscita da commissarimento sia vissuta dalla Regione Lazio “senza essere pigri né nel campo della gestione né in quello della ricerca, ma invece innalzando la qualità delle cure e cercando di aggredire i nodi più complessi della sanità. Oggi con l’Ifo si fa un salto in avanti molto importante nella ricerca in collaborazione anche con le industrie farmaceutiche per una ricerca utile e vicina ai pazienti”.
A parlare del nuovo centro dell’Ifo è stato il suo direttore generale, Francesco Ripa Di Meana,”Il Centro di studi di Fase 1, che fa da ponte tra la ricerca pre-clinica e la ricerca sull’uomo” ha spiegato “aggiunge un tassello centrale che completa l’offerta della sperimentazione dell’Istituto. Importante è stato l’investimento per dotare il nostro Istituto di un grande centro pubblico a disposizione dell’industria farmaceutica e, in futuro, del network no profit. L’obiettivo finale è rendere Roma, con tutte le sue strutture di ricerca, piattaforma della competizione globale di sviluppo dei nuovi farmaci per l’oncologia e la dermatologia in Italia e nel mondo”.
All’Ifo nel 2017 sono stati 335 gli studi clinici attivi, di questi 126 più propriamente sperimentali, detti interventistici e 194 osservazionali. Mentre sono 76 gli studi già valutati dal comitato etico nel 2018. Importante il volume di attività clinica che permette di candidare pazienti agli studi: 26.000 le prime visite del dipartimento clinico sperimentale oncologico cui si aggiungono oltre 68.000 controlli e 18.500 chemio; oltre 48.000 sono invece le prime visite e circa 26.000 i controlli effettuati dal Dipartimento clinico sperimentale di dermatologia.
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La Giunta Regionale del Piemonte vantava il conseguimento di importanti risparmi con una gara sovraregionale per un farmaco biologico (vd. http://www.regione.piemonte.it/pinforma/sanita/2402-alleanza-fra-5-regioni-per-acquistare-un-farmaco-e-prezzo-ridotto-del-65.html). Ben vengano i risparmi da reinvestire all’interno dell’SSN: la domanda è come.
Nella crudezza dei numeri, forse che il comunicato stampa prefigura una sostituzione forzata delle terapie a tutti i pazienti in trattamento in Regione Piemonte?
È un caso che non si faccia il minimo cenno alla scelta del medico e al consenso del paziente?
Diversamente da quello che fanno altre Regioni e diversamente dai principi espressi nella Legge di Bilancio 2017, Regione Piemonte ha deciso di aggiudicare un solo farmaco: il farmaco di Stato, o di Regione. Questo la dice lunga sulla riduzione delle frammentazioni e delle diseguaglianze.