Nell’elezione di Donald Trump tra le tante incertezze sul futuro vi è una prima certezza: i vincitori sono già le farmaceutiche e le compagnie biotecnologiche. A Wall Street come a Milano o a Parigi e Londra avanzano i titoli del farmaceutico, da Pfizer a Sanofi a GlaxoSmithKline, Amgen, persino Mylan guadagna oltre il 5% (è l’azienda nel mirino per lo scandalo dei prezzi dell’EpiPen, autoiniettore), Allergen fino a Recordati sulla borsa italiana.
Cosa realmente farà Trump sui prezzi dei farmaci è ancora, in realtà, poco chiaro. Resta il punto 7 del suo programma sulla sanità: “Rimuovere le barriere per entrare nel libero mercato per i fornitori di farmaci che offrono sicuri, affidabili e meno costosi prodotti. Il Congresso avrà il coraggio di allontanarsi da speciali interessi e fare ciò che è giusto per l’America. Sebbene l’industria farmaceutica sia nel settore privato, le aziende di farmaci forniscono un servizio pubblico. Permettere di accedere a farmaci importati sicuri e affidabili porterà maggiori opzioni ai consumatori”.
Altra certezza: l’Obama care ha i giorni contati. E’ il primo tra i punti del programma di Trump sulla sanità: “I nostri eletti alla Camera e al Senato devono: 1) Completamente abrogare l’Obamacare. ….A nessuna persona dovrebbe essere chiesta un’assicurazione finché lui o lei non lo voglia…
E al punto 5 del programma ce ne è anche per cliniche e medici: “Richiedere prezzi trasparenti a tutti i fornitori del settore salute, specialmente medici e organizzazioni come cliniche e ospedali. Le persone dovrebbero poter trovare il miglior prezzo per operazioni, esami o quant’altro”. E’ il mercato, bellezza. Si vedrà. Intanto il New Yorker titola “An American Tragedy” (una Tragedia Americana). Ma il sole, come dice Obama, sorgerà anche domani.
Maurizio Paganelli – 10 novembre 2016 – Blog R.it
Notizie correlate: Trump, chi vince e chi perde bene farmaceutica e petrolio stop alla «green economy»
Ecco come la vittoria di Trump minaccia il business elvetico