Marco Malagutti
"Nel nuovo mondo che si sta creando le società scientifiche hanno un ruolo inedito: quello di intercettare la domanda di salute, mediata anche da nuovi interlocutori come le fondazioni e le associazioni di volontariato, e di collaborare per trovare soluzioni nuove. Oppure per tutti noi il destino è segnato". Con questa dichiarazione il presidente di farmindustria Sergio Dompé ha formulato la sua proposta di collaborazione alla Federazione delle società medico-scientifiche italiane (FISM). Le società scientifiche, ha sottolineato Dompé, possono essere alleate preziose per incrementare la competitività delle imprese italiane del farmaco, soprattutto a livello internazionale: "Possono aiutarci a individuare 3-4 aree terapeutiche strategiche dove l’Italia vanta competenze importanti, ai fini del consolidamento del nostro Paese sugli scenari internazionali". Dalla politica, secondo Dompé, arrivano "segnali nuovi, nonostante la drammatica valutazione degli investimenti da destinare alla ricerca.
La crisi dei mercati finanziari, analizza il leader di Farmindustria, non risparmierà il settore farmaceutico e il primo effetto sarà la contrazione degli investimenti. "Stiamo attraversando un momento storico pieno di minacce, ma se andiamo a guardare dietro alla superficie, ci rendiamo conto che, se sappiamo lavorare, possiamo scovarvi buone opportunità". Negli ultimi anni, osserva, "c’è stato un fiorire di nuovi soggetti privati e pubblici che investono in ricerca e vanno fotografati. Abbiamo davanti nuovi interlocutori: fondazioni come quella avviata da Bill e Melinda Gates, o le associazioni di volontariato e dei pazienti". Realtà come Telethon e Airc (Associazione italiana per la ricerca sul cancro), precisa Dompé, con le quali è possibile avviare nuove collaborazioni. La crisi finanziaria, spiega, non può non coinvolgere il settore farmaceutico: "Noi non siamo fuori dal mondo e abbiamo a che fare con investitori i cui comportamenti dipendono anche dal generale andamento dell’economia. In questa fase c’è la tendenza a tirarsi indietro, sia da parte di attori pubblici che privati". Nel tempo si farà sempre più fatica a investire e la peculiarità del settore non aiuta: "La farmaceutica – argomenta Dompé – ha tempi di ritorno dell’investimento lunghissimi". Dunque nel futuro dell’industria del farmaco ci sono progetti ad alto impatto sociale. "Abbiamo chiesto a Telethon di fare da sportello per le loro ricerche, e di assisterli per portare i loro progetti in fase clinica in tempi brevi", spiega il numero uno di Farmindustria. In questo quadro il Governo potrebbe fare da supporto: "Io chiedo che venga studiato un sistema per premiare le aziende che dimostrano di saper portare avanti un programma di ricerca", conclude.
Fonte: Pharmamarketing
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