L’accordo prevede l’impegno a collaborare a una razionalizzazione dei servizi e della spesa sanitaria (quindi in primis riduzione dei farmaci, incremento delle prestazioni, ecc.)
In base all’accordo con l’azienda basta raggiungere il 40% degli obiettivi per farlo scattare per intero Il collegio sindacale dell’Asl contesta il meccanismo e presenta un esposto alla magistratura contabile.
di Luciano Menconi – 04 gennaio 2016 – IL TIRRENO VERSILIA
VIAREGGIO. È corretto stabilire nel raggiungimento del 40 per cento degli obiettivi prefissati la soglia minima necessaria per far scattare per intero un premio aziendale? In un’impresa privata assai difficilmente quella soglia sarebbe giudicata sufficiente per valutare in maniera del tutto positiva il lavoro svolto. Nell’azienda sanitaria versiliese invece sì. Almeno per quanto riguarda i medici di famiglia.
Con loro l’Asl ha stipulato un accordo in base al quale, in cambio dell’impegno a collaborare a una razionalizzazione dei servizi e della spesa sanitaria (quindi in primis riduzione dei farmaci, incremento delle prestazioni, ampliamento dell’informatizzazione, eccetera), è prevista la distribuzione di un premio di risultato da attingere da un apposito fondo annuale di importo massimo di 250mila euro. Fin qui tutto normale, economico (grazie alla collaborazione dei medici di famiglia l’Asl finisce per risparmiare e quindi per avere più risorse da reinvestire nel potenziamento della medicina territoriale), indiscutibile.
A sollevare un dubbio – non in un’associazione di utenti bensì nel collegio sindacale e nell’organismo interno di valutazione della stessa Asl 12 – è però il meccanismo (il cui tetto non è previsto per legge) concordato tra le parti per il riconoscimento del bonus: il fatto cioè che si considerino i medici di famiglia meritevoli di tutto il premio anche se non raggiungono neppure la metà degli obiettivi fissati.
Su questo il collegio sindacale e l’organismo interno di valutazione hanno sollecitato chiarimenti ai responsabili amministrativi che però, evidentemente, non sono stati ritenuti soddisfacenti se è vero – come risulta negli uffici della Regione che si occupano prevalentemente di sanità – che sia stato presentato un esposto alla procura regionale della Corte dei Conti.
Sulla questione il collegio sindacale e l’organismo interno di valutazione avevano chiesto spiegazioni anche all’ex direttore generale e vicecommissario dell’Asl 12 Brunero Baldacchini il quale aveva risposto sostenendo, in sostanza, che la materia dell’accordo con i medici di medicina generale non è comparabile a quelli con il personale dell’azienda sanitaria perché i medici di famiglia non sono dipendenti dell’Asl ma collaboratori esterni. Pertanto, è la sua conclusione, «qualsiasi istituto relativo alla valutazione della performance e ancor più a quello della soglia minima non può avvenire in settori quali quello dei medici di medicina generale se non attraverso una negoziazione e conseguente accordo tra le parti».
Questo il parere espresso dai vertici dell’Asl 12, che però non ha convinto il collegio sindacale che ha deciso di sottoporre la questione all’attenzione della magistratura contabile.
N.d.R.: è veramente incredibile che anche l’estensore dell’articolo sopra riportato consideri “normale” premiare i medici “virtuosi” intendendo per virtuosi quelli che risparmiano sulle cure ai propri pazienti! Si stupisce solo dell’erogazione del premio al raggiungimento del 40% dell’obiettivo. Non si vede nemmeno l’aberrazione di un medico che viene premiato affinché risparmi sulle cure ai propri pazienti, cioè che in pratica rinunci alla propria “missione”.
Sul risparmio probabilmente si è arrivati al fondo del barile dato che la spesa del SSN Italiano è la più bassa dei 5 paesi più grandi dell’Unione Europea e lo stesso dicasi della spesa farmaceutica con il prezzo dei farmaci più basso. Non si sa o non si vuole veramente combattere la corruzione e si preferisce semplicemente far pesare sulla pelle dei cittadini la voracità e l’inefficienza di chi guida questi carrozzoni.
L’ASL porti a conoscenza dei cittadini i nominativi di questi medici “virtuosi” affinché consapevolmente possano scegliere per se stessi il medico “virtuoso” o quello che li cura secondo scienza e coscienza! Vediamo cosa succede! Il “Consenso Informato” dovrebbe coinvolgere anche questi aspetti.
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