Si riacutizza, in Veneto, la campagna della Regione per contenere la spesa originata da visite ed esami. È una sorta di guerriglia che procede per focolai, il più recente dei quali ha per teatro la provincia di Padova. Dove nei giorni scorsi la direzione generale dell’Asl ha annunciato controlli a campione sulle impegnative giunte ai distretti e ai tre ospedali del territorio, tra i quali un oncologico. Darà un aiuto il Nucleo di verifica regionale, che passerà al setaccio le ricette allo scopo di verificare non solo l’appropriatezza, ma anche il rispetto delle classi di priorità per le richieste urgenti.
Immediata la replica dei medici di famiglia, che non hanno gradito il tono dell’annuncio. «Ben vengano i controlli» è il commento di Domenico Crisarà, vicesegretario regionale della Fimmg «ma la Regione dovrebbe mettere sotto controllo anche i Cup». Secondo i medici di famiglia, in sostanza, gli sportelli non eserciterebbero alcun filtro sulle richieste e ai pazienti che protestano perché i tempi di attesa per una prestazione sono superiori a quelli indicati dallo specialista verrebbe consigliato di andare dal medico curante per farsi mettere sulla ricetta un codice di priorità più elevato. «E così» conclude Crisarà «noi siamo costretti a mediare tra le necessità reali del paziente e quelle percepite».
Crisarà riapre la ferita che un anno fa circa aveva spinto i medici di famiglia allo sciopero: ospedalieri e specialisti della provincia avevano l’abitudine di inviare il paziente dal Mmg per farsi firmare le impegnative anche quando esami e visite erano prescritti da loro. Poi un accordo fece rientrare la protesta. «Quell’intesa sta funzionando» conclude Crisarà «ma il cambiamento procede con lentezza e ci vorrà tempo. Io in ogni caso sono ottimista».
26 aprile 2012 – DoctorNews