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Vaiolo delle scimmie. Grande allarme sui media, ma allarmismo non giustificato. Cosa ne sappiamo.

Nell’attuale contesto epidemiologico non è raccomandata la vaccinazione per la popolazione generale. Il virus non si trasmette facilmente da persona a persona.

L’epidemia provocata dal vaiolo delle scimmie (variante Clade 1) sbarca in Europa. Il primo soggetto colpito è stato segnalato in Svezia il 15 agosto 2024 dall’Agenzia di sanità pubblica Svedese. È il primo caso provocato dalla variante Clade 1, la più pericolosa.

Ora si teme che l’infezione, sostenuta dal virus monkeypox possa dilagare nel continente, in arrivo dall’Africa centrale. Pamela Rendi-Wagner, direttrice del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) considera altamente probabile che altri casi clinici di importazione saranno ospedalizzati alle nostre latitudini. In ogni caso non sono stati segnalati casi provocati dal nuovo ceppo.

Il Gazzettino del Veneto riferisce che dei 9 casi registrati in Italia negli ultimi 2 mesi, 6 si sono verificati in Veneto e 2 in Friuli Venezia Giulia mentre l’altro è stato registrato in Lombardia.

La malattia causata dal virus del vaiolo delle scimmie era originariamente chiamata “vaiolo delle scimmie”, ma nel novembre 2022 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha introdotto il nome di “mpox” per la malattia causata da questo virus (vedi WHO recommends new name for monkeypox disease).

Basandosi su uno studio della trasmissione condotto in Africa, il tasso complessivo di contagi secondari in seguito a contatto con una fonte umana nota è del 3%, e fino al 50% di essi sono stati segnalati in soggetti che vivono o sono venuti a stretto contatto con una persona infetta dall’mpox (*). La trasmissione in ambiente ospedaliero è stata documentata in un contesto endemico. È stato segnalato un caso di trasmissione a un operatore sanitario. Il tasso di mortalità dei casi è ≤ 10% con il ceppo del bacino del Congo, ma è < 1% con il ceppo dell’Africa occidentale.

La comparsa e la rapida diffusione di un nuovo ceppo virale nella RDC (Repubblica Democratica del Congo), il clade 1b, che sembra diffondersi principalmente attraverso le reti sessuali, e il suo rilevamento nei paesi confinanti con la RDC è particolarmente preoccupante, e rappresenta uno dei motivi principali della dichiarazione di allarme del PHEIC (Public Emergency of International Concern). Nell’ultimo mese, sono stati segnalati oltre 100 casi confermati in laboratorio di clade 1b in quattro paesi confinanti con la RDC che non avevano mai segnalato la malattia in precedenza: Burundi, Kenya, Ruanda e Uganda. Gli esperti ritengono che il numero reale di casi sia più elevato poiché gran parte dei casi clinicamente compatibili non è stata testata.

L’Advisory Committee on Immunization Practices raccomanda alle persone con potenziale rischio di esposizione a mpox di ricevere per via intradermica (in caso di emergenza) due dosi del vaccino JYNNEOS. Nonostante ciò, solo una su quattro delle circa due milioni di persone a cui è stato raccomandato di ricevere il vaccino negli Stati Uniti in base al rischio di esposizione a mpox di clade II ha ricevuto entrambe le dosi. Si prevede inoltre che JYNNEOS protegga anche da mpox di clade I. Il CDC continuerà a valutare i dati disponibili e a valutare il rischio posto agli MSM negli Stati Uniti dall’epidemia di mpox di clade I nella RDC.

Riportiamo la nota dell’Istituto Superiore della Sanità


ISS 

Che cos’è il vaiolo delle scimmie (monkeypox)?

Si tratta di un’infezione zoonotica (trasmessa dagli animali all’uomo) causata da un virus della stessa famiglia del vaiolo (Poxviridae) ma che si differenzia da questo per la minore trasmissibilità e gravità della malattia che provoca. Il nome deriva dalla prima identificazione del virus, scoperto nelle scimmie in un laboratorio danese nel 1958. È diffuso in particolare tra primati e piccoli roditori, prevalentemente in Africa.  Nelle aree endemiche è trasmesso all’uomo attraverso un morso o il contatto diretto con il sangue, la carne, i fluidi corporei o le lesioni cutanee di un animale infetto. Il virus è stato identificato per la prima volta come patogeno umano nel 1970 nella Repubblica Democratica del Congo. Dalla sua scoperta, casi umani sono stati riportati in diversi paesi africani. Attualmente la malattia è endemica in Benin, Camerun, Repubblica Centro Africana, Repubblica Democratica del Congo, Gabon, Gana (solo casi in animali), Costa d’Avorio, Liberia, Nigeria, Repubblica del Congo, Sierra Leone, e Sud Sudan.

Qual è la situazione attuale?

Dall’inizio di maggio al 7 luglio sono stati segnalati casi di Mpx in 26 paesi dell’Ue e dello Spazio Economico Europeo (4908 casi). Nell’epidemia attuale nei paesi non endemici la maggior parte dei casi è stata identificata nei maschi tra 18 e 50 anni, principalmente in Msm (men who have sex with men). Particolari pratiche sessuali hanno facilitato la trasmissione del Mpx tra gruppi Msm con partner multipli, tuttavia potenzialmente sono possibili casi di trasmissione in altri gruppi di popolazione. In base alle evidenze riportate la probabilità che il Mpx si diffonda in network di persone che hanno partner sessuali multipli è considerata alta, mentre quella di diffusione nella popolazione generale è molto bassa. (estratto da  https://www.ecdc.europa.eu/en/publications-data/monkeypox-multi-country-outbreak-first-update). L’Oms ha dichiarato l’epidemia in corso ‘Emergenza di salute pubblica internazionale (PHEIC)’.

Si può trasmettere da persona a persona?

Il virus non si trasmette facilmente da persona a persona. La trasmissione umana avviene principalmente tramite il contatto con materiale infetto proveniente dalle lesioni cutanee o con oggetti contaminati (lenzuola, vestiti…), oppure il contatto prolungato faccia a faccia (attraverso droplets respiratori). Nell’epidemia in corso , i dati finora disponibili e la natura delle lesioni in alcuni casi suggeriscono che la trasmissione possa essere avvenuta durante rapporti intimi.

Quali sono i sintomi?

Nell’uomo si presenta con febbre, dolori muscolari, cefalea, rigonfiamento dei linfonodi  stanchezza e manifestazioni cutanee quali vescicole, pustole, piccole croste. La malattia generalmente si risolve spontaneamente in 2-4 settimane con adeguato riposo e senza terapie specifiche; possono venir somministrati degli antivirali quando necessario. Fino a questo momento la maggior parte dei casi ha avuto sintomi lievi con un decorso benigno . Tuttavia, il vaiolo delle scimmie può causare una malattia più grave soprattutto in alcuni gruppi di popolazione particolarmente fragili quali  bambini, donne in gravidanza e persone immunosoppresse.

Il vaccino contro il vaiolo mi protegge? Mi devo vaccinare?

È possibile che le persone che sono state vaccinate contro il vaiolo (vaccinazione abolita in Italia nel 1981) siano a minor rischio di infezione con il monkeypox per la similitudine del virus del vaiolo con il monkeypox. Nell’attuale contesto epidemiologico non è raccomandata la vaccinazione per la popolazione generale. Al momento la vaccinazione è offerta ad alcune categorie di persone più a rischio. Per tutte le informazioni consulta la pagina di Uniti contro l’Aids.

Quali sono le raccomandazioni?

Le raccomandazioni prevedono di restare a casa a riposo qualora insorga la febbre e di rivolgersi al medico di fiducia in caso di comparsa di vescicole o altre manifestazioni cutanee. Come prevenzione, è importante evitare il contatto stretto con persone con sintomi (febbre, rigonfiamento dei linfonodi, lesioni cutanee in particolare vescicole o croste). Questo comportamento è utile a prevenire non solo il monkeypox ma anche altre infezioni. Secondo l’ultima circolare del ministero della Salute “I contatti devono essere monitorati almeno quotidianamente per l’insorgenza di segni/sintomi riferibili a MPX per un periodo di 21 giorni dall’ultimo contatto con un paziente o con i suoi materiali contaminati durante il periodo infettivo. Segni/sintomi includono mal di testa, febbre, brividi, mal di gola, malessere, astenia, mialgia, mal di schiena, eruzione cutanea e linfoadenopatia. I contatti devono monitorare la loro temperatura due volte al giorno. I contatti asintomatici non devono donare sangue, cellule, tessuti, organi, latte materno o sperma mentre sono sotto sorveglianza. Durante i 21 giorni di sorveglianza i contatti di caso MPX devono evitare contatti con persone immunodepresse, donne in gravidanza e bambini di età inferiore ai 12 anni.

Cosa fa l’Iss?

L’ECDC ha innalzato, in accordo con il Ministero della Salute, il livello di attivazione della sorveglianza basata su eventi in Italia. L’Iss con i suoi esperti  contribuisce al monitoraggio costante dell’infezione sul territorio.

ISS. Dati epidemiologici

Link utili

Per un aggiornamento sul numero dei casi consulta la pagina dedicata sul sito del ministero della Salute

Per approfondimenti consulta la pagina dedicata di Epicentro

Per le informazioni sulla vaccinazione in corso consulta la pagina di Uniti contro l’Aids

Per conoscere le restrizioni per i donatori di sangue   consulta la pagina dedicata del Centro Nazionale Sangue

Riferimenti:

https://www.who.int/health-topics/monkeypox#tab=tab_1

https://www.ecdc.europa.eu/en/monkeypox-outbreak

Notizie correlate:

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Redazione Fedaisf

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