Contenevano «elevati aggregati di proteine». Così Novartis chiese di bloccarli. Tornarono sul mercato due settimane dopo. Ma il ministero non comunicò nulla.
di Marco Mostallino . 01 Dicembre 2014 Lettera43
Nel 2012, il governo aveva già sospeso (per poi autorizzarla di nuovo) la vendita e la distribuzione di Fluad e Agrippal, ovvero gli stessi farmaci sotto inchiesta per il sospetto di aver provocato la morte di almeno 19 persone in Italia.
Nell’ottobre 2012 fu la Novartis stessa a comunicare all’Agenzia del farmaco italiana (Aifa) di avere ritirato dal commercio alcuni lotti di Fluad, Agrippal e di un terzo prodotto (Influpozzi) e a chiedere alle autorità del nostro Paese di fare altrettanto.
LO STABILIMENTO SENESE NEL MIRINO. Come accaduto anche quest’anno, i vaccini sospetti erano prodotti dallo stabilimento di Siena della multinazionale farmaceutica. Novartis, in quell’occasione, informò l’Italia di aver riscontrato nei lotti di quei vaccini «elevati aggregati di proteine» e di aver di conseguenza provveduto al blocco della commercializzazione per il pericolo di «effetti collaterali».
La compagnia aggiunse che a suo avviso non esistevano rischi per la salute, ma le autorità di controllo italiane decisero comunque di avviare una serie di test ulteriori per accertare «la qualità e la sicurezza» di circa mezzo milione di dosi di vaccini della Novartis.
460 MILA DOSI INTERESSATE. In seguito allo stop italiano, anche altri Paesi tra cui Canada, Spagna, Germania, Singapore, bloccarono la circolazione dei tre farmaci.
L’allora ministro della Salute italiano, Renato Balduzzi, confermò la cifra fornita in un primo tempo dall’Aifa e parlò di 460 mila dosi interessate dal provvedimento, su un totale di circa 10, 12 milioni di vaccini anti-influenzali (di diverse marche) utilizzati ogni anno nel nostro Paese.
«Data l’attuale situazione di incertezza», spiegava la nota dell’autorità, «Swissmedic ha emanato un divieto di distribuzione per i citati vaccini e raccomanda di non utilizzarli fino a ulteriore comunicazione».
DUE SETTIMANE DOPO RIPRESE LA DISTRIBUZIONE. Due settimane dopo lo stop, l’8 novembre 2012, Novartis comunicò che l’Italia, e a ruota gli altri Stati, avevano revocato il blocco della distribuzione dei tre preparati.
Stranamente, fu soltanto la casa farmaceutica a dare la notizia della reimmissione nel sistema sanitario italiano di Fluad e Agrippal.
Né il ministero della Salute né l’Agenzia del farmaco diedero annuncio della ripresa della distribuzione: semplicemente, i pazienti italiani ricominciarono a vedersi iniettare dai medici i farmaci fino a quel momento interdetti.
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