Secondo il Codacons i più strenui difensori dei vaccini sarebbero in costante contatto con le aziende produttrici
22/04/2017 – IL GIORNALE D’ITALIA
“Dopo le reazioni durissime al servizio di Report sui vaccini da parte di molti medici che hanno invocato provvedimenti e sanzioni, crediamo non sia più rinviabile una indagine approfondita sui rapporti che intercorrono tra operatori della sanità e società dei farmaci – spiega il Codacons – Il nostro scopo non è certo quello di attaccare i singoli medici o l’intera categoria, né di avallare sospetti già apparsi in diverse occasioni sulla stampa, ma solo ed esclusivamente quello di ottenere chiarezza nell’interesse dei cittadini e degli stessi medici, e fugare qualsiasi dubbio sull’argomento.
Il Codacons nell’esposto ha aggiunto alcuni episodi sui quali approfondire: “il Calendario del Piano Nazionale Vaccini sarebbe “la copia fedele” del Calendario per la vita, pubblicato per la prima volta su Epidemiologia & Prevenzione, novembre-dicembre 2014, firmato da 20 personalità fra ricercatori e medici, e sponsorizzato dalle industrie del farmaco. Ancora, “sarebbe stato messo in evidenza come più della metà dei firmatari del Calendario per la vita, alcuni facenti parte anche del tavolo di lavoro per il Piano Nazionale di prevenzione vaccinale 2016-2018, si sarebbe trovato in conflitto di interessi personali con aziende farmaceutiche produttrici di vaccini si fa riferimento a: Bonanni Paolo e Carlo Signorelli della SITI (Società italiana igiene medicina preventiva e sanità pubblica) Walter Ricciardi dell’ISS e Silvestro Scotti di FIMMG (Federazione italiana medici di medicina generale). Risulterebbero conflitti personali per 10 dei 20 firmatari, in altre parole il 50% dei firmatari avrebbe conflitti di interessi personali con aziende farmaceutiche produttrici di vaccini”.
In particolare nell’esposto del Codacons si chiede di verificare i rapporti tra Walter Ricciardi e le aziende farmaceutiche Crucell, GSK, Pfizer, Sanofi Pasteur MSD; quelli di Carlo Signorelli con Pfizer, Sanofi Pasteur MSD, and Reckitt Benkiser; quelli di Paolo Bonanni con GlaxoSmithKline Biologicals SA, Sanofi Pasteur MSD, Novartis, Crucell/Janssen, and Pfizer; quelli di Silvestro Scotti con Sanofi Pasteur MSD.
Tutto ciò considerato, il Codacons ha chiesto all’Anac “di voler compiere tutti gli atti di indagine, vigilanza, controllo, valutazione ed accertamento necessari ed utili a verificare la regolarità e la trasparenza delle procedure adottate dalle autorità preposte, e dai relativi interlocutori, inerenti alla somministrazione e commercializzazione del vaccino esavalente Infanrix Hexa e alla predisposizione del Nuovo Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale per il biennio 2016-2018”.
Garattini: i vaccini sono sicuri ma in Italia si fa strada una mentalità anti-scientifica
Il nocciolo avvelenato è tutto lì: «In Italia si è sviluppata una mentalità anti-scientifica». La diagnosi è un po’ tranciante, anche se in molti frangenti Silvio Garattini riconosce sfumature e sfaccettature di un tema naturalmente complesso. Ricercatore e docente di Farmacologia, direttore dell’Istituto di ricerche farmacologiche “Mario Negri”, tranquillizza tutti: «I vaccini sono i migliori farmaci in commercio».
«Ormai assistiamo allo sviluppo di una mentalità anti-scientifica che non riguarda solo i vaccini, ma anche tanti altri argomenti: la contrarietà agli ogm, il caso stamina, l’uso dell’omeopatia o delle erbe naturali. Tutte cose che hanno invaso la società italiana per fortuna in una piccola parte, ma è una parte molto attiva, che si preoccupa di lanciare messaggi sui sociali network, uno strumento molto importante usato da questi gruppi, e non invece da chi corregge e divulga».
È la presunta, e poi smentita, correlazione tra vaccini e autismo ad aver scatenato la fobia da vaccinazioni? O c’è dell’altro?
«Sì, un fattore è stato esasperato: l’associazione tra vaccinazioni e presenza di autismo e dunque di danni al sistema nervoso centrale. Un accostamento fatto da un medico (Andrew Wakefield, ndr) che ha dovuto ritirare la sua pubblicazione, e che è stato condannato e radiato. Ma se ha fatto grande impressione il dato iniziale, non ha avuto pari diffusione la notizia che si trattava di un falso. Anche perché si è innestata l’idea che in realtà tutto questo fosse frutto dello sforzo compiuto dall’industria farmaceutica per nascondere chissà cosa».
Oltre al complottismo di varia natura, non ritiene giochi un ruolo anche la scarsa percezione del rischio?
«Certo, l’altro problema è che i giovani genitori non hanno mai assistito alla diffusione di malattie oggi protette dalle vaccinazioni. Penso alla poliomielite: noi abbiamo visto bambini morire o diventare disabili. La mancata percezione della malattia porta a pensare che la vaccinazione sia un qualcosa in più».
Un po’ quello che è successo con il morbillo: sottovalutato al punto da “dimenticare” le vaccinazioni. La conseguenza è che si sono moltiplicati i casi: 1.500 nel 2017 rispetto agli 800 dell’anno scorso. Un esempio paradigmatico.
«In questi mesi sono casi perlopiù legati agli adulti che non hanno fatto i richiami. Oltretutto c’è una forte percentuale di medici e operatori sanitari che non danno il buon esempio. E se si continuerà a non vaccinare, avremo sempre più casi di morbillo. Non è nemmeno una malattia innocua, può colpire le vie respiratorie e determinare gravi forme di immunosoppressione».
Gli anti-vaccinisti portano spesso avanti un ragionamento: “anche senza vaccini, sto bene”. Ma c’è un particolare: la cosiddetta “immunità di gregge”
«Forse sta bene lui, ma magari ha infettato qualcuno. L’immunità di gregge vuol dire che se si raggiunge un certa percentuale di vaccinazione, si ritiene al di sopra del 95%, la malattia ha grande difficoltà a circolare. È come se non ci fosse».
In Puglia la copertura vaccinale per il morbillo è all’85%.
«Ed è molto bassa».
Altra precisazione dovuta: il vaccino non è una specie di “siero della invulnerabilità”.
«No, protegge solo da quella specifica malattia. Tutti ricordano il ritiro del vaccino anti-influenzale dopo alcuni decessi, ma le persone morte erano vecchie o fortemente debilitate, che sarebbero decedute anche senza vaccino. Sono discorsi che richiedono un po’ di competenza e cultura scientifica, cosa che nel nostro Paese è alquanto scarsa anche in chi fa opinione e “abbocca” facilmente».
di Francesco G.GIOFFREDI – Il Quotidiano di Puglia – 22/04/2017
Notizie correlate: Codacons presenta esposto per accertare la regolarità dei rapporti tra medici provaccini e case farmaceutiche
Codacons: Autorità anticorruzione indaga su spese AIFA
“Caso Gava”, Codacons denuncia l’ordine dei medici di Treviso per violenza privata e abuso d’ufficio
Medico radiato: Gava, occasione d’oro per divulgare idee
Vaccini, commissario Ue: Anti-vaccino vergognatevi!
La Terra è piatta. Ecco le prove
Le quattro tesi che inchiodano il dottore
Estratto da “Le quattro tesi che inchiodano il dottore”
GAVA «I medici credono che i vaccini non facciano male anche perché ricevono l’aggiornamento dagli informatori farmaceutici che sono pagati dall’industria».
PALÙ. «Non è vero che l’industria punta sui vaccini. Intanto le multinazionali sui vaccini sono quattro e non centinaia e non investono sul vaccino perché il vaccino è poco remunerativo dato che si fa una o due volte nella vita. L’industria farmaceutica persegue semmai le pillole da prendere tutti i giorni e per tutta la vita come l’aspirina, la pastiglia per abbassare pressione o colesterolo in quanto molto più capaci di produrre profitto. Non si possono incolpare i medici perché sentono gli informatori farmaceutici, lo fanno per migliaia di farmaci, non solo per i vaccini, e comunque tutti sono stati precedentemente autorizzati e valutati dagli enti regolatori».
Nota. Il Dr. Gava è il medico radiato dall’ordine dei medici di Treviso. Il professor Giorgio Palù è presidente della Società Europea di Virologia e della Società Italiana di Virologia
N.d.R.: Non sappiamo se esistono ancora ISF per i vaccini, pensiamo che siano stati tutti licenziati perché, secondo i produttori, sono venduti (i vaccini) attraverso gare ormai tutte regionali, per cui gli ISF “non servono più”. Si veda “Il licenziamento degli ISF nel 2010. L’H1N1. Il precedente del 2012”