No Covid, no party (per Pfizer)
I vaccini anti Covid non tirano più e Pfizer, dopo gli incassi miliardari del 2022, oltre ad aver annunciato il taglio di molti posti di lavoro, ha abbassato le stime per il fatturato del 2023. BioNTech non può che seguire la sua scia sulle previsioni future, mentre Moderna ancora crede nelle vendite del suo vaccino. Fatti, numeri e previsioni
di Giulia Alfieri – Startmag – 18 ottobre 2023
Il ministero della Salute ha invitato i soggetti più fragili a proteggersi dal Covid anche quest’anno, ma il tempo dei vaccini sembra ormai un lontano ricordo. Se n’è accorta soprattutto Pfizer, che ha ridotto le previsioni di fatturato “esclusivamente a causa dei prodotti Covid”. Stessa sorte per il suo partner BioNTech, che si attende un importante calo nelle vendite. Moderna, invece, ha confermato la guidance sulle vendite del suo vaccino.
Il colosso guidato da Albert Bourla, inoltre, ha annunciato un programma di riaggiustamento dei costi, che si tradurrà in pesanti tagli di posti di lavoro.
LE PREVISIONI NON PIÙ ROSEE DI PFIZER
Pfizer, che mesi fa aveva previsto un fatturato compreso tra i 67 e i 70 miliardi di dollari per l’intero anno 2023, ha dovuto abbassare le stime a 58 e 61 miliardi di dollari. Il motivo, come dichiarato dall’azienda, è da attribuirsi “esclusivamente a causa dei prodotti Covid.
Il fatturato di Paxlovid e del vaccino Comirnaty per l’intero anno 2023 dovrebbe essere di circa 12,5 miliardi di dollari, con un calo di 9,0 miliardi di dollari rispetto alle aspettative iniziali, di cui 7 miliardi riferiti all’antivirale e 2 al vaccino.
Le azioni di Pfizer, scrive Cnbc, sono inizialmente scese nelle contrattazioni prolungate di venerdì a seguito dell’annuncio, ma sono salite di circa il 4% lunedì, dopo che l’azienda ha avuto una telefonata con gli investitori sulla revisione della guidance e sul piano di riduzione dei costi. “Siamo nel bel mezzo della stanchezza da Covid. Nessuno vuole parlarne”, ha dichiarato Bourla, evidenziando una “grande retorica anti-vaccinazione”. Nel 2022, le vendite totali dell’azienda, grazie a Paxlovid e ai vaccini anti Covid, avevano raggiunto i 100 miliardi di dollari, il doppio del 2019.
Il resto dei prodotti, stando a Pfizer, “rimangono sulla buona strada per raggiungere una crescita dei ricavi operativi prevista tra il 6% e l’8% anno su anno nel 2023”.
IL CALO DELLE VENDITE PRODUCE ANCHE IL TAGLIO DI POSTI DI LAVORO…
Pfizer, inoltre, per rassicurare gli investitori, ha parlato di “un programma pluriennale di riallineamento dei costi a livello aziendale”, avviato nel quarto trimestre del 2023, che consentirà di risparmiare almeno 3,5 miliardi di dollari, di cui 1 miliardo dovrebbe essere realizzato nel 2023 e altri 2,5 miliardi nel 2024. I tagli ai costi prevedono anche licenziamenti, ma il direttore finanziario (Cfo) di Pfizer, Dave Denton, ha dichiarato solo che il programma “toccherà tutte le parti dell’azienda in tutte le regioni”, senza fornire ulteriori dettagli.
La casa farmaceutica prevede inoltre di sostenere circa 3 miliardi di dollari di costi una tantum per il lancio del programma, comprese le spese di licenziamento e di implementazione.
…MA NON DEGLI INVESTIMENTI
Tuttavia, Denton ha dichiarato che l’iniziativa di riduzione dei costi non influirà sul piano di Pfizer di acquisire lo sviluppatore di test oncologici Seagen, operazione che si dovrebbe concludere alla fine di quest’anno o all’inizio del 2024.
COSA NE PENSANO GLI ANALISTI
Il taglio della guidance è stato il più grande di Pfizer in almeno un decennio, ma alcuni analisti – scrive Bloomberg – “hanno visto la mossa come un’opportunità per reimpostare le aspettative degli investitori”. Tra questi Akash Tewari, analista di Jefferies, che ha alzato il suo rating a buy da hold, sostenendo che “Pfizer ha uno dei percorsi catalitici più intriganti per il prossimo [anno] nel settore farmaceutico a grande capitalizzazione”.
BIONTECH SULLA SCIA DI PFIZER…
Anche la tedesca BioNTech, partner di Pfizer, nella realizzazione del vaccino anti Covid più venduto al mondo ha annunciato che dovrà svalutare di 900 milioni di euro le sue scorte di vaccino a causa del rallentamento della domanda, ovvero la metà della quota dell’utile imponibile che la biotech guadagna nell’ambito dell’accordo con Pfizer per la commercializzazione del prodotto.
BioNTech ha inoltre riferito di essere stata informata da Pfizer che la maggior parte delle cancellazioni riguarda materie prime, principalmente lipidi legati alla formulazione, acquistate durante la pandemia, nonché dosi di vaccino anti Covid aggiornati, salvo gli ultimi adattati a XBB.1.5.
…MA NON MODERNA
Da parte sua, Moderna, invece, ha riaffermato le sue previsioni di vendita del vaccino anti Covid tra i 6 e gli 8 miliardi di dollari per il 2023, che rifletterebbero “l’incertezza dei tassi di vaccinazione negli Stati Uniti”. Secondo l’azienda, infatti, è “ancora troppo presto nella stagione di vaccinazione statunitense per prevedere con precisione l’andamento dei tassi di vaccinazione per l’intero anno” e, dunque, fornirà un aggiornamento in occasione della sua conferenza stampa sugli utili del 2 novembre 2023.
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