La Relazione sullo Stato Sanitario del Paese 2011, presentata in pompa magna davanti a Giorgio Napolitano, può essere interessante dal punto di vista analitico per capire qual è la situazione italiana, tuttavia è datata. Proprio perché riguarda il 2011, mentre sappiamo che quest’anno in ambito sanitario sono avvenute molte cose. Sarà un caso, ma a qualche centinaio di metri in linea d’aria dal ministero della Salute, all’Eur, proprio stamattina hanno manifestato i dipendenti di molti ospedali romani: una protesta di quaranta sigle sindacali sotto la sede della Regione. Si dirà: una manifestazione sindacale non muta il giudizio sul quadro generale. Non è cosi, perché dietro il mancato stipendio e gli annunciati licenziamenti di taìnti dipendenti, c’è un Servizio sanitario che nel corso dell’ultimo anno, è cambiato. In peggio. Perché sono stati tagliati posti letto, perché si sono allungati i tempi per le prestazioni, perché tutte le categorie (infermieri, medici, industriali, ricercatori, amministravi, farmacisti, dipendenti vari) sostengono che così non va proprio. Al dunque, la fotografia scattata (”vera”, secondo Balduzzi), alla sanità italiana con questa Relazione, appare invece sfocata rispetto ai problemi che il Ssn si trascina da anni.
Sia chiaro. Se non va, non è colpa del premier – dimissionario – Monti, né del ministro della Salute Balduzzi: loro hanno ereditato su base regionale e nazionale una situazione in parte catastrofica. Quel che accade nel Lazio, governato fino a poco tempo fa dalla Polverini, è conseguenza di anni di gestione allegra dell’assessorato regionale alla Sanità. Salendo al Nord, il disastro finanziario del San Raffaele del fu don Verzé, è avvenuto sotto gli occhi, foderati di non so, che del presidente Formigoni.
Se poi quell’irresponsabile che ha portato l’Italia allo sfascio, e adesso si vuole ripresentare, tenterà di addebitare a Monti e al governo dei tecnici quanto sta accadendo, faccia pure: gli italiani, adesso, hanno la memoria meno corta. E sanno bene chi è l’uomo che ha cercato di affondare l’Italia sotto ogni punto di vista e in modo irresponsabile se ne frega dello spread.
Tornando alla Relazione, lo stesso Balduzzi rendendosi conto forse che era datata, nel suo intervento ha parlato molto dell’anno in corso, quello della crisi. Ha così ricordato “la compressione della dotazione delle risorse finanziarie del Servizio sanitario nazionale (Ssn)”. Aggiungengo che la riduzione del finanziamento “ha comunque preservato la funzione primaria del sistema sanitario di prevenire e temperare gli effetti della crisi sulle condizioni di salute della popolazione”. Questo non è del tutto vero. Ha detto che il Fondo nazionale per la non autosufficienza va rivitalizzato (ma chi lo deciderà, se il governo e dimissionario?), ha ricordato che le risorse sono inferiori a quella degli altri Paesi Ocse (la spesa sanitaria pubblica italiana è cresciuta di appena l’1,6% annuo,