Messaggi chiave
- È stata identificata una classe di anticorpi neutralizzanti ad ampio spettro diretta contro un epitopo conservato del virus dell’influenza.
- Gli anticorpi sono attivi contro i virus H1 e cross-reagiscono con i virus H2 e H5.
- I linfociti B che riconoscono l’epitopo in questione sono frequenti nel pool dei linfociti B della memoria di soggetti esposti al virus.
- Vaccini che stimolano queste cellule, con il giusto adiuvante, possono massimizzare la protezione contro i virus influenzali.
Finalmente una buona notizia sul fronte delle malattie infettive: nel prossimo futuro potrebbe non essere necessario mettere a punto ogni anno il vaccino anti-influenzale. Uno studio che ha visto la collaborazione di gruppi di scienziati di alcuni dei principali centri di ricerca statunitensi apre infatti la strada alla produzione di un vaccino potenzialmente universale.
Lo studio, pubblicato sulla rivista Nature, descrive una classe di anticorpi neutralizzanti ad ampio spettro (broadly neutralizing antibodies, bnAbs) che riconosce un epitopo nella regione che ancora l’emoagglutinina (HA) alla membrana. L’HA è un target critico nella protezione contro le infezioni da virus dell’influenza, ma gli anticorpi che riconoscono epitopi variabili dell’HA sono attivi sono contro ceppi tra loro similari. Da tempo si stanno perciò studiando vaccini che elicitino preferenzialmente anticorpi contro epitopi conservati. Lo studio in questione si inserisce esattamente in questo filone di ricerca.
Gli scienziati americani hanno isolato più di 350 anticorpi monoclonali dai linfociti B della memoria (MBC) di soggetti vaccinati o infettati naturalmente dal virus dell’influenza H1. L’analisi molecolare ha permesso di identificare alcuni anticorpi che legavano un epitopo situato nella regione stelo (stalk) dell’HA, in prossimità del punto di ancoraggio alla membrana (anchor). Presumibilmente tale epitopo è parzialmente coperto dalla membrana lipidica e potrebbe essere esposto solo quando la glicoproteina HA si flette. Testati in vitro gli anticorpi erano ampiamente reattivi e neutralizzanti contro virus H1N1 e H1N2 e mostravano cross-reattività contro virus H2 e H5. In più, gli anticorpi anti-anchor neutralizzavano anche mutanti virali. Negli esperimenti in vivo, gli anticorpi anti-anchor si sono mostrati protettivi contro dosi di virus H1 letali nel topo. I ricercatori sono quindi andati a studiare quanto gli anticorpi anti-anchor fossero rappresentati nel repertorio dei linfociti B della memoria di 20 soggetti vaccinati con un vaccino avente come target lo stalk dell’HA. Gli anticorpi di interesse rappresentavano una percentuale consistente, circa il 6% di tutto il pool. Nei partecipanti al trial, la somministrazione di un vaccino chimerico (cHA) adiuvato era in grado di stimolare la produzione degli anticorpi contro l’epitopo anchor.
“Il nostro studio mette in luce un epitopo ampiamente protettivo dello stalk dell’HA – scrivono gli autori dello studio – e mostra che gli esseri umani hanno un’immunità pregressa contro l’epitopo anchor del virus dell’influenza e che la vaccinazione può stimolare nuovamente i linfociti B della memoria a secernere anticorpi contro questo epitopo”. Oltre a scegliere il target giusto, occorre però prestare attenzione alla formulazione. “L’aggiunta dell’adiuvante AS03 olio-in-acqua era critica per attivare le cellule MBC contro l’epitopo anchor – sottolineano – Nel complesso il nostro studio mostra che nuove strategie di vaccinazione, come il vaccino cHA con l’adiuvante AS03, hanno la capacità di indurre in modo robusto anticorpi contro il misconosciuto epitopo anchor e possono fornire ampia protezione contro i virus H1”.
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