Comunicato stampa
Dal primo di settembre Formigoni ha abolito i day-hospital diagnostici.
Le conseguenze? Migliaia di cittadini lombardi pagheranno uno o più ticket per prestazioni di carattere prevalentemente preventivo, e saranno costretti a più sedute per eseguire gli accertamenti necessari. Qualche esempi la diagnostica di un nodulo mammario, di un linfonodo, di un nodulo polmonare. Ma anche un problema cardiaco, e via elencando. Tutte situazioni che nel giro di poche ore, e spesso in una sola seduta il day-hospital diagnostico, potevano essere affrontate e risolte a costo zero per il paziente, e che ora richiederanno uno o più accessi ambulatoriali, con perdita di tempo e relativo pagamento di ticket.
Il tutto per una delibera (la VIII-3111) assunta dalla giunta regionale il primo agosto scorso che modifica in modo significativo alcuni criteri di erogazione delle prestazioni, e in particolare il regime di ricovero diurno; introducendo anche novità apparentemente positive, come le prestazioni odontoiatriche assimilate a LEA (livelli essenziali di assistenza), a fronte però di una offerta del tutto insufficiente delle strutture accreditate come servizio sanitario regionale.
Resta da capire (o si capisce benissimo) il criterio che ha ispirato l’applicazione della delibera a un solo mese dalla sua approvazione, nel pieno periodo feriale: sarebbe almeno opportuno, come prima azione correttiva, rinviarne l’applicazione al primo gennaio 2007, non modificando, tra l’altro, i contratti già precedentemente sottoscritti, e dando il tempo necessario per una verifica delle modalità della sua applicazione: concordando, ad esempio, pacchetti diagnostici tra ASL, MMG e strutture erogatrici, e definendo una rete di offerta delle prestazioni odontoiatriche nell’ambito del servizio pubblico.
Il tutto per una delibera (la VIII-3111) assunta dalla giunta regionale il primo agosto scorso che modifica in modo significativo alcuni criteri di erogazione delle prestazioni, e in particolare il regime di ricovero diurno; introducendo anche novità apparentemente positive, come le prestazioni odontoiatriche assimilate a LEA (livelli essenziali di assistenza), a fronte però di una offerta del tutto insufficiente delle strutture accreditate come servizio sanitario regionale.
Resta da capire (o si capisce benissimo) il criterio che ha ispirato l’applicazione della delibera a un solo mese dalla sua approvazione, nel pieno periodo feriale: sarebbe almeno opportuno, come prima azione correttiva, rinviarne l’applicazione al primo gennaio 2007, non modificando, tra l’altro, i contratti già precedentemente sottoscritti, e dando il tempo necessario per una verifica delle modalità della sua applicazione: concordando, ad esempio, pacchetti diagnostici tra ASL, MMG e strutture erogatrici, e definendo una rete di offerta delle prestazioni odontoiatriche nell’ambito del servizio pubblico.
Giuseppe Landonio
Oncologo H Niguarda
Consigliere comunale di Milano
Oncologo H Niguarda
Consigliere comunale di Milano
Milano 4 settembre 2006