In Italia un medico di famiglia su dieci prescrive ‘placebo’. Ad alcuni pazienti che lamentano ansia, depressione, insonnia, bruciori di stomaco e altro, circa il 10% dei camici bianchi prescrive farmaci di origine ‘naturale’, estratti di erbe o simili. Ottenendo comunque buoni risultati. Tanto che un altro 10% dei dottori, pur non facendolo per timore, farebbe volentieri ricorso all’effetto placebo.
A scattare la fotografia sul fenomeno in Italia è Ovidio Brignoli [nella foto a destra], vicepresidente della Società italiana di medicina generale (Simg). Da un recente studio dell’associazione dei medici tedeschi (Bundesärztekammer, BÄK) è emerso che in Germania la metà dei camici bianchi prescrive pillole di zucchero al posto di veri farmaci. "In Italia – spiega Brignoli a Pharmakronos – non sono state fatte indagine di questo tipo, e quindi non abbiamo dati al riguardo, ma attraverso il database relativo al monitoraggio sulle prescrizioni possiamo dire che circa il 10% dei medici di famiglia prescrive placebo.
E un altro 10% – pressato dal monitoraggio delle Asl – non lo fa per paura, ma lo farebbe. Il timore è che dare placebo possa infatti essere considerato un atteggiamento non terapeutico. Se un medico ha la ragionevole certezza di una diagnosi può tranquillamente far ricorso all’effetto placebo, che in buona sostanza significa accompagnare il paziente nel suo percorso di cura".
Queste medicine naturali vengono usate soprattutto contro quelle patologie legate a disturbi di somatizzazione e/o a manifestazioni di disagio psicologico. "Ad esempio, in alcuni casi, contro l’insonnia – conclude Brignoli – l’estratto di camomilla, farmaci di origine vegetale come la valeriana, o preparati alla melatonina, sono risultati molto efficaci".
Federico Finocchi – 21 marzo 2011 . Pharmakronos