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Umbria tagli lineari alla spesa farmaceutica.

Ricorso sistematico ai farmaci a più basso costo terapia, senza tenere conto delle singole patologie

Secondo Egualia “Desta sconcerto e preoccupazione la delibera con cui la Regione Umbria punta a ridurre del 25% la spesa farmaceutica con il ricorso a tagli lineari e stringenti indirizzi ai medici prescrittori senza nessun ricorso logico al tema dell’appropriatezza prescrittiva, con diktat che rischiano – come molti esempi in giro per l’Italia dimostrano – di limitare l’accesso alle cure per pazienti affetti da malattie gravi in aree come la reumatologia, la gastroenterologia, la nefrologia, l’oncologia ed ematologia“.

Cattani, Farmindustria, ha dichiarato: “La decisione della Regione Umbria limita il diritto alla salute dei pazienti, che vengono privati della terapia più appropriata, e la libertà dei medici che non potranno più in scienza e coscienza scegliere e prescrivere la cura migliore. E questo perché obbligati a rispettare tetti di spesa ospedaliera totalmente sottodimensionati e non adeguati ai reali bisogni dei cittadini”.

Anche la Fimmg si è espressa con una nota dal titolo: “Limitare possibilità di scelta a farmaci predeterminati, non valutati su reali e oggettivati bisogni, rischia di rendere inefficace il percorso individuale di cura”

Per Cittadinanzattiva su Sanità24 vengono lesi dei diritti fondamentali dei cittadini. Il primo è il diritto all’informazione: i provvedimenti in questione, finalizzati a fornire una risposta allo sforamento della spesa farmaceutica diretta nella Regione certificata dalla Corte dei Conti umbra, rispondono a colpi di accetta e senza mettere a conoscenza i cittadini umbri del problema stesso e, tantomeno, della soluzione messa in campo. Il richiamo  alla appropriatezza prescrittiva viene utilizzato come sinonimo di rispetto degli obiettivi di spesa aziendali e regionali assegnati, scostandosi dai quali gli operatori sono minacciati di danno erariale. Nel caso dei medici specialisti si arriva a prevedere la revoca dell’autorizzazione a prescrivere. In altre parole si impedisce al medico di adempiere ai suoi doveri professionali.

Il diritto all’efficacia delle cure e all’uso dei dati: come è possibile che i dati siano citati soltanto laddove riferiti “agli obiettivi aziendali e regionali, agli eventuali scostamenti in modo da evidenziare i principi attivi da sottoporre a valutazioni approfondite nonché favorire le prescrizioni dei farmaci a più basso costo terapia a parità di indicazioni terapeutiche”? I dati presi in considerazione sono ancora una volta quelli di natura economica, e soltanto in senso aritmetico, senza alcuna attenzione al valore dell’innovazione. A parità di indicazioni terapeutiche, un cittadino umbro si trova ad avere un farmaco di vecchia generazione a confronto di un altro più innovativo. Viene espressamente ribadita l’indicazione di limitare la prescrizione dei farmaci a più alto costo, e di sospendere l’uso di farmaci ad alto costo che non presentano una efficacia terapeutica dimostrata. La domanda è: come farà la Regione Umbria a stabilire se un farmaco riconosciuto efficace dall’Agenzia nazionale competente non abbia i requisiti di efficacia necessari?

Le Asl sono tenute ad adottare provvedimenti volti a ridurre la mobilità passiva farmaceutica e le prescrizioni extra-regionali e ad adeguare (sic!) le attività specialistiche che sono causa della mobilità passiva e/o delle prescrizioni extra-regionali. Qualcuno ha avvertito la Regione Umbria che è ancora costituzionalmente previsto che un cittadino possa spostarsi liberamente su tutto il territorio nazionale per usufruire delle cure dove desidera e che altre Regioni hanno già provato a comprimere il diritto alla mobilità, risultando soccombenti anche in sede giudiziaria?

Infine riportiamo sotto una nota dei Consiglieri regionali del PD

“Tagli alla spesa farmaceutica ennesimo provvedimento della giunta regionale che lede i diritti del cittadino” – gruppo PD su nota de ‘il sole 24 ore’

(Acs) Perugia, 21 ottobre 2022 – “Mentre l’Assessore alla Sanità, Luca Coletto e la presidente della Regione, Donatella Tesei si affrettano a gettare acqua sul fuoco prima della manifestazione di sabato 22 a difesa della sanità, dalle pagine de ‘Il Sole 24 Ore’ viene lanciato un allarme rispetto all’ennesimo ‘provvedimento che taglia i diritti e, in questo caso specifico, non solo i farmaci’”. È quanto rilevano i consiglieri regionali PD Simona Meloni (capogruppo), Michele Bettarelli, Tommaso Bori e Fabio Paparelli.

“Stiamo parlando delle misure urgenti che sono state adottare dalla Giunta Tesei per la razionalizzazione della spesa farmaceutica – spiegano i Consiglieri Dem – definite dalla Segretaria Generale di Cittadinanza Attiva, Anna Lisa Mandorino, una vera e propria ‘cattiva pratica‘, tanto più pericolosa e degna di una attenzione nazionale, perché “altre Regioni potrebbero essere tentate di andare nella stessa direzione”.

“Il provvedimento in questione – aggiungono – finalizzato a fornire una risposta allo sforamento della spesa farmaceutica regionale certificata dalla Corte dei Conti, darà luogo infatti a tagli lineari e al ricorso sistematico ai farmaci a più basso costo terapia, senza tenere conto delle singole patologie”.

A parità di indicazioni terapeutiche – proseguono – un cittadino umbro si troverà ad avere a disposizione un farmaco di vecchia generazione rispetto ad un altro più innovativo e costoso. Nessun livello di tolleranza o discrezionalità sarà concesso ai medici che, in caso non intendessero allinearsi a questo diktat, rischiano d’incorrere addirittura nel reato di danno erariale”.

“Si agisce, sottolinea la stessa Mandolino nell’articolo, con la leva della minaccia di contestazioni e addebiti, e non con la leva della corresponsabilità e del coinvolgimento delle associazioni dei pazienti che avrebbero avuto tutto il diritto ad essere chiamate ad un confronto sia sul problema, sia sulla soluzione, cosi come prevedono le linee guida del Ministero della Salute in materia di partecipazione. Viene inoltre richiesto che lo stesso principio venga anche applicato alle gare per i dispositivi medici, senza alcun riferimento all’efficacia né a una valutazione personalizzata dei bisogni”.

“Come dimostra quest’ultima trovata della Giunta regionale – sottolineano – l’unico principio che sarà applicato sarà quello del risparmio così come sta avvenendo in tutto il comparto della sanità”. Per i Consiglieri PD “Quella che si sta delineando, giorno dopo giorno, è una situazione davvero preoccupante che stride fortemente con le rassicuranti affermazioni rilasciate giorni fa in conferenza stampa dal duo leghista Coletto e Tesei. La realtà ci restituisce purtroppo un altro scenario, in cui le difficoltà vissute sulla propria pelle, da cittadini e operatori della sanità, vanno oltre le operazioni di marketing compiute sui numeri delle liste d’attesa, oltre le bugie sulle mancate assunzioni, sulla chiusura dei presidi sanitari, sugli investimenti annunciati di là da venire”.

“Quello che resta, al momento – concludono – è l’amarezza di vedere l’Umbria indietreggiare sui diritti, a partire da quello alla salute e per questo è tanto più importante essere sabato in piazza, per riaffermare che è l’ora di smettere di giocare con la vita e la salute dei cittadini e iniziare a riconquistare quel livello di civiltà dei servizi che, in passato, l’Umbria ha sempre saputo assicurare”. RED/as

Data: Venerdì, 21 Ottobre, 2022 – 

Notizie correlate: Il Provvedimento

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Redazione Fedaisf

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