Apprendiamo da fonti attendibili, la notizia che la UCB Pharma ha disposto la mobilità di 189 colleghi.
L’operazione fa parte di un piano industriale a livello mondiale che coinvolge 2000 dipendenti.
Da oggi UCB Pharma ha messo in mobilità 189 persone: 12 interni e 177 esterrni, in pratica tutta la primary care. L’UCB afferma che l’operazione fa parte di un piano industriale di tutto il gruppo UCB e riguarda, a livello mondiale, 2000 persone. Ciò è dovuto alla mancata approvazione, dice sempre l’UCB, da parte delle autorità regolatorie, all’immissione in commercio in Europa e Stati Uniti di alcuni farmaci su cui si contava. In Italia poi si ha una contrazione delle vendite, aggravate dalla scadenza di 2 brevetti (distribuiti dalla Primary Care), aggravate dalle misure per il contenimento della spesa farmacautica e dai generici. Il tutto con l’ulteriore aggravante della crescente pressione dell’AIFA e dalle Regioni che limitano l’attività d’informazione scientifica.. Tali fatti, dichiara l’UCB, impongono un’immediata riduzione dei costi fissi. L’UCB Italia pertanto intende procedere ad una riorganizzazione strutturale secondo le direttive di casa madre. L’UCB si dichiara disponibile a considerare eventuali incentivi e un progetto di outplacement per coloro che lo richiederanno. Il licenziamento collettivo dovrà essere completato entro 120 giorni. rb