“Si tratta di una misura – commenta Enrique Häusermann, presidente di Assogenerici – che senza inficiare in alcun modo i diritti dei detentori dei certificati complementari di protezione, né richiedere sovvenzioni o sconti fiscali, potrebbe imprimere una netta accelerazione alla produzione industriale delle aziende europee del generico. Un recente rapporto, realizzato dalla società di ricerche Nomisma, ha stimato che questa misura, in Italia, potrebbe generare un fatturato aggiuntivo, prendendo in considerazione solo le molecole in scadenza di SPC tra il 2016 e il 2020, da un minimo di 149 milioni di euro a un massimo di 543 milioni di euro, per una produzione addizionale dai 5 ai 18 milioni di
“Ma il dato più rilevante – prosegue Häusermann – come sempre avviene quando si parla di sblocco dei vincoli alla produzione, riguarda l’occupazione: la misura, che deve ora essere approvata dalla Commissione UE, potrebbe creare dai 5.600 ai 20.400 nuovi posti di lavoro, tra le assunzioni dirette delle nostre aziende e l’indotto che si svilupperebbe. Tra l’altro una produzione basata localmente permetterebbe ai generici di entrare più rapidamente in commercio nei paesi UE alla scadenza del brevetto, con ulteriori risparmi, per i servizi sanitari, che la Commissione stessa ha stimato nel 20% circa della spesa attuale. Una lunga lista di vantaggi ai quali non si contrappone alcuna difficoltà o rischio. Tutto ciò – conclude Häusermann – ci induce ad auspicare una rapida e incondizionata adozione degli emendamenti da parte della Commissione Europea anche con il supporto del Governo Italiano”.