Ieri la manifestazione nazionale con lo sciopero di un migliaio di dipendenti su 1.700
Allarme dei sindacati veronesi: non è chiaro il futuro della sede Mercoledì un nuovo incontro. La multinazionale: pronti al dialogo
«Non abbiamo ancora capito quali siano i piani dell’azienda, nonostante i tanti incontri, ultimo dei quali lo scorso 2 marzo, quando abbiamo messo sul tavolo le nostre proposte per ridurre i 246 posti di lavoro che l’azienda vorrebbe tagliare». Per i delegati sindacali della Glaxo non c’è ancora nulla di chiaro sul futuro dello stabilimento di Verona.
Nessun dialogo con i rappresentanti della multinazionale ieri, giorno dello sciopero dei lavoratori di tutto il territorio nazionale, organizzato da Filctem-Cgil, Femca Cisl e Uilcem. Sono stati oltre mille gli aderenti, secondo fonti sindacali, su un totale di 1.700 dipendenti: «Il 75% degli informatori medico-scientifici di tutta Italia ha partecipato alla mobilitazione, per loro sono previsti a Verona 220 tagli», spiega Luca Tinelli, delegato Uil delle Rsu, «ma è stata alta anche la presenza dei "pharma" interni, cioè gli amministrativi, per i quali l’azienda conta 26 esuberi. Pochi i dipendenti che questa mattina sono entrati nello stabilimento di via Fleming».
I rappresentanti dei sindacati dei lavoratori sperano in un chiarimento mercoledì prossimo, quando ci sarà un nuovo incontro con l’azienda. «Il 2 marzo», ha ricordato Tinelli «ci siamo seduti intorno al tavolo con i rappresentanti aziendali, che hanno ancora una volta parlato del macroprogetto senza però entrare nel dettaglio. Per ora ci hanno detto che saranno tagliati 226 posti tra "pharma" esterni (cioè gli informatori medico-scientifici, ndr) e "pharma" interni. Sappiamo da fonti sindacali che un centinaio di informatori avrebbero ricevuto incentivi per un’uscita spontanea dall’azienda. Per gli altri», ha concluso Tinelli, «teniamo saldo l’obiettivo di recuperare quanti più possibili posti di lavoro. Ma le nostre posizioni sono molto lontane da quelle dell’azienda».
I sindacati avrebbero già presentato una serie di proposte tese a ridurre il numero dei tagli. «Abbiamo chiesto che ad uscire fossero i prepensionabili, una quarantina in tutto» ha spiegato Patrizia Cerizza, informatrice medico-scientifica, delegato Filctem-Cgil delle Rsu. «Per gli altri ci sono posizioni rimediabili puntando sui prodotti genericati, quelli non più coperti da brevetti, che rappresentano il 44% del fatturato. Infine ci potrebbero essere delle forme alternative di lavoro, utilizzando tra gli informatori il part time».
L’azienda non si sarebbe opposta a questa proposta, che qualora venisse accettata rappresenterebbe il primo caso in Italia.
«Siamo desiderosi di sederci al tavolo delle trattative e disponibili a cercare la soluzione più giusta e sostenibile insieme ai rappresentanti sindacali» fanno sapere intanto dalla maultinazionale. «Analizzeremo le proposte», aggiunge un portavoce, «e discuteremo gli eventuali sviluppi con i dipendenti».
«Sono almeno sei anni che la Glaxo ha deciso di competere in termini di tagli ai costi», ha aggiunto Michele Corso segretario provinciale della Cgil, «ma non è mai stata fatta alcuna chiarezza sul piano industriale. Mercoledì discuteremo prima di tutto su quale dovrà ess