Loredano Giorni va via e con lui si conclude la rivoluzione del dipartimento di via Taddeo Alderotti. Il neo assessore Stefania Saccardi ha cambiato buona parte dei dirigenti chiave, applicando una sorta di “spoil system”
L’UOMO che ha guidato la farmaceutica della Regione Toscana negli ultimi anni, portando tra l’altro il sistema a fare risparmi ingenti, dal primo di settembre sarà in servizio all’assessorato alla Salute in Piemonte. Loredano Giorni va via e con lui si conclude la rivoluzione del dipartimento di via Taddeo Alderotti. Il neo assessore Stefania Saccardi ha cambiato buona parte dei dirigenti chiave, applicando una sorta di “spoil system” rispetto alla gestione Rossi. Nomi nuovi significano anche maggiore autonomia di azione in un settore che il presidente conosce molto bene.
E dopo l’avvicendamento al vertice del dipartimento, dove Valtere Giovannini, legatissimo a Rossi, ha lasciato il posto a Monica Piovi, adesso si conoscono anche gli altri nomi. Ad occuparsi di territorio arriverà Lorenzo Roti, già direttore sanitario della Asl di Lucca, che era stato in Regione con l’assessore Scaramuccia. È previsto anche un altro ritorno, quello di Maria Teresa Mechi, che sarebbe destinata a lasciare la direzione sanitaria di Careggi, dove non godeva di grande autonomia, per rientrare in dipartimento e occuparsi di ospedale. L’assessore Saccardi punta ad aumentare le competenze dei vari dirigenti, per diminuirne il numero. Al posto di Giorni arriverà da Pisa Tiberio Corona.
Il dipartimento inoltre parteciperà alla riduzione di spesa a cui sono obbligate anche le varie aziende per chiudere l’anno in pareggio. L’idea è quella di fare maggiore attenzione nel finanziare i vari progetti di singoli professionisti che fino ad ora si presentavano in assessorato a chiedere soldi, e anche di lavorare sui fondi destinati alle università. Da qui alla fine dell’anno tutte queste voci impegnano circa 100 milioni e Saccardi spera di risparmiarne un 10-20%.
Tra tutti i cambiamenti di queste settimane il più clamoroso è per certi versi quello di Giorni. Negli anni il dirigente ha condotto una battaglia per abbattere la spesa, promuovendo per primo in Italia l’uso dei generici, verificando le prescrizioni dei medici, puntando per certe patologie sui medicinali meno cari, lavorando sui bio similari, e promuovendo la distribuzione diretta da parte delle Asl. Tutte idee copiate poi dalle altre Regioni. Giorni ha sempre avuto rapporti complessi con l’industria, è stato lui a denunciare con Rossi la manovra di acluni anni fa con cui Pfizer voleva denigrare la Toscana. Ha denunciato il sistema degli “extra sconti”, è stato ascoltato per l’inchiesta sulla casa farmaceutica Menarini. Per anni è stato in Aifa, a rappresentare le Regioni, ed ha seguito il caso dei farmaci contro l’epatite C, scatenando le ire dell’agenzia stessa e dell’industria quando la Toscana ha deciso di fare una gara da sola. E proprio il mese scorso, quando c’erano da rinnovare gli incarichi delle Regioni in Aifa, la Toscana ha deciso di non puntare più su Giorni. Cosa che ha portato ad una rottura di rapporti. In particolare sembra esserci il presidente Rossi dietro la scelta di non lasciare a Roma Giorni. La battaglia per il farmaco contro l’epatite C continua senza il protagonista di questi anni, un nome di certo non gradito all’industria del farmaco. Il tecnico, che in passato aveva collaborato anche con la Sicilia e con il Lazio, ha deciso di trovarsi un posto in un’altra regione, ed ha partecipato a un concorso indetto dall’assessorato del Piemonte.
Nota:
Stefania Saccardi, Sanità, sociale e sport
Non è stata confermata vicepresidente, ma ora è il vero numero due di Enrico Rossi, grazie alla delega sulla sanità, la principale voce di bilancio della Regione. 55 anni, renziana ante litteram, già assessore dell’attuale premier in Provincia e a Palazzo Vecchio, è un avvocato ed è cresciuta politicamente a Campi Bisenzio nelle fila della Dc. Molto attenta ai temi del welfare e della solidarietà, è stata vicesindaco sia a Campi sia a Firenze. Nota per il carattere ostinato, è tra i pochissimi che possano vantarsi di aver lavorato con Renzi senza essersi fatta oscurare e mantenendo il suo spazio di azione politica.
CORRIERE FIORENTINO – 18 giugno 2015
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