Su 1.130 farmacie totali lo scorso anno in Toscana ne sono fallite o andate in concordato 30, la distribuzione diretta in questa Regione è un serio problema e c’è necessità di un accordo quadro sui servizi che renda uniforme tutte le iniziative sul territorio.
Durante il convegno Urtofar “Il ruolo della farmacia nel Ssr. Attualità e prospettive“, che si è svolto a Firenze domenica mattina, alla presenza di tutti i vertici anche nazionali della categoria, il confronto con le istituzioni è stato molto schietto. I titolari chiedevano risposte chiare e, come ha sottolineato il moderatore Francesco Giorgino, talvolta nella gestione della cosa pubblica all’etica delle convinzioni deve subentrare quella delle responsabilità, che consente di rivedere le proprie idee per il bene comune.
Il presidente di Urtofar, Marco Nocentini Mungai, ha ricordato che oggi il 40% dei farmaci rimasti in distribuzione nelle farmacie territoriali costa da 1 a 5 euro e il 40% tra i 5 e i 10 euro: la distribuzione diretta, che negli anni ha continuato a crescere, non ha più alcun senso, con i costi aggiuntivi che comporta per il Ssr.
A livello regionale siamo pronti a sederci a un tavolo e a discutere», ha concluso Nocentini Mungai, «non ci illudiamo che la legge 405 possa essere cancellata ma vorremmo una regolamentazione della distribuzione diretta, un accordo quadro regionale sui servizi, innanzitutto sul Cup, con una remunerazione sostenibile per la farmacia, e una sperimentazione regionale sulla pharmaceutical care».
Un impegno chiaro lo ha preso l’assessore alla Salute Luigi Marroni: «La legge 405 è del 2001, è nata quando la spesa farmaceutica era fuori controllo. Oggi possiamo studiare forme più innovative di Dpc e limitare la diretta alle dimissioni dall’ospedale». Il tempo della diretta straripante è davvero finito?
Laura Benfenati – Martedì, 03 Marzo 2015 – Farmacista33
Ims, mercato farmaceutico +3% nel 2014. La Dpc cresce del 26%
I dati sono stati diffusi da Ims Health ed evidenziano, come si legge nella nota, «nello specifico, una distribuzione diretta con crescite in volumi e valori (rispettivamente +1% e +5%)», tanto da rappresentare «più di un quarto dei consumi dell’intero canale. I volumi sono invece in contrazione se relativi ai pazienti ospedalizzati: in questo caso si rileva un calo del 2%».
Inoltre, «il canale della distribuzione per nome e per conto (Dpc) raddoppia il passo tenuto già nel 2013. Cresciuto del 26% nel 2014, il comparto vale ormai 1,5 miliardi di euro». In generale «i risultati sono riconducili solo parzialmente al lancio di nuovi prodotti (entrati quasi immediatamente in questo modello distributivo), e in prevalenza alle specialità già presenti sul mercato distribuite attraverso DPC, che registrano una crescita sempre più significativa anche nei volumi movimentati».
«I trend registrati nelle nostre rilevazioni» è il commento di Sergio Liberatore, General Manager Ims Health «evidenziano che i costi dell’innovazione e della medicina specialistica sono stati spostati dalla farmacia di prossimità alla distribuzione diretta attraverso le farmacie ospedaliere e la distribuzione per conto – dichiara -. La dinamica legata allo sforzo di contenimento dei costi non risolve del tutto il problema della sostenibilità. Si tratta ora di trovare un bilanciamento fra bisogni e risorse».
Francesca Giani – Martedì, 03 Marzo 2015 – Farmacista33