Nella seduta del 18 dicembre, il Presidente della Giunta Regionale della Toscana, spiega di aver “deciso, dopo molte discussioni, di sopprimere l’art. 34 della pdl 289, che tende a utilizzare i nostri sportelli di Asl per la corresponsione di farmaci. Resto convinto dell’utilità di quell’articolo, ma è in corso una contrattazione con le organizzazioni dei farmacisti, lasciamo al momento alle farmacie l’autorizzazione, entro febbraio dovremo arrivare ad un accordo”.
Rip Day riporta: La misura – anacronistica e in assoluta controtendenza rispetto agli indirizzi della politica nazionale, che vanno esattamente nella direzione opposta e mirano a valorizzare l’assistenza di prossimità anche nell’abito del servizio farmaceutico – aveva ovviamente suscitato le immediate reazioni delle sigle delle farmacie di comunità, con la forte presa di posizione pubblica di Federfarma e Cispel Toscana, questa subito seguita da Assofarm nazionale, molto decisa nello stigmatizzare la norma destinata a essere inserita nell’art. 34 della legge regionale di bilancio.
Le due sigle hanno subito usato i toni forti, prefigurando anche ricadute immediate e concrete nei rapporti con la Regione, prima tra tutte un cambio di rotta in ordine al nuovo accordo relativo alla distribuzione di dispositivi medici ed altri prodotti farmaceutici. “Non verrà sottoscritto” è stata la inequivocabile minaccia di Andrea Giacomelli, presidente di Federfarma Toscana”e le farmacie cesseranno tale attività al 31 dicembre 2024, valutando anche la cessazione di ogni altro servizio non inerente alla dispensazione dei farmaci”. Posizione ribadita, mutatis mutandis, anche da Cispel.
Sottolineando che la norma contenuta nell’art. 34 avrebbe sancito un ritorno al passato che avrebbe inevitabilmente peggiorato la qualità della vita dei cittadini, in particolare quelli più fragili come i cronici con con seri problemi di salute, e rimarcando come negli ultimi anni le farmacie territoriali abbiano dato ampia prova di essere un fattore di efficientamento del sistema, e non certo il contrario, Assofarm era poi ìntervenuta
Mosso probabilmente dalla decisa reazione dei farmacisti (peraltro accompagnata dal fuoco ad alzo zero delle opposizioni consiliari e, pare, anche dall’aver “annusato” un certo scontento e sconcerto tra i cittadini di fronte alla notizia del supplemento di assistenza diretta), il governo regionale ha ritenuto cosa buona, giusta e prudente stralciare la norma. Ad annunciarlo è stato lo stesso presidente della Giunta regionale Eugenio Giani (nella foto), in un intervento nel Consiglio regionale tenutosi l’altro ieri, nel quale ha però ribadito la necessità di “percorrere ogni strada” per ridurre la spesa farmaceutica “nell’interesse dei cittadini”.
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