Tra i farmacisti toscani ha suscitato parecchio sconcerto l’accordo firmato nei giorni scorsi da Regione e Poste italiane per l’erogazione di servizi sanitari sul territorio. Se n’è fatta portavoce ieri Federfarma Toscana, che in una nota esprime «assoluta contrarietà» nei confronti dell’intesa. Che, tra le altre cose, autorizza gli uffici postali a svolgere servizi Cup (prenotazione e ritiro referti) e soprattutto accenna all’eventuale consegna a domicilio dei farmaci. «Nel momento in cui si affida al postino il recapito dei medicinali» è il commento del presidente dell’Urtofar, Marco Nocentini Mungai «si innescano rischi per la salute dei cittadini che ci preoccupano non poco». Per i titolari, poi, l’accordo è danno e beffa allo stesso tempo. Perché è passato solo un mese o poco più da quando il presidente della Regione, Enrico Rossi, aveva ringraziato pubblicamente le farmacie per l’aiuto prestato ai cittadini sui ticket introdotti ad agosto. Una collaborazione offerta a titolo gratuito che Federfarma Toscana riteneva di poter "spendere" al tavolo sui nuovi servizi, che avrebbe dovuto essere convocato a breve come prevedeva l’intesa sulla dpc stipulata nel maggio scorso. «E’ evidente» osserva ancora Nocentini «che l’accordo con le poste introduce un elemento di perturbazione nella trattativa a venire. Stiamo valutando le iniziative da adottare per rispondere, ma in questo scenario diventa difficile sedersi attorno a un tavolo e parlare di servizi».
Farmacista33 – 19 ottobre 2011
Toscana, accordo Regione-Poste. Conasfa perplessa
L’accordo tra Regione Toscana e Poste italiane per la prenotazione di visite mediche negli uffici postali e invio referti via mail non piace all’Associazione dei farmacisti non titolari, Conasfa, che in una nota rinnova la propria perplessità. «Non si comprende come mai» sostiene la nota «non si possano sfruttare accordi con le farmacie distribuite nel territorio che negli anni hanno permesso di sostenere il servizio a costi contenuti o addirittura gratuitamente». In più, secondo Conasfa «questa indicazione fa presumere un abusivismo dei ruoli perché in contrasto con le leggi vigenti. Effetto ultimo potrà essere una delegittimazione del ruolo professionale del farmacista che da decenni è stato sempre riconosciuto dalla cittadinanza come figura di elevato valore sociale in più "scalzando" un sistema della distribuzione del farmaco che, seppur con degli aggiustamenti regolatori, ancor oggi offre una copertura su tutto il territorio nazionale. Infine, conclude la nota dei non titolari «un aspetto non trascurabile e per noi prioritario è il rischio o