Per prendere in farmacia un medicinale mutuabile le regole possono essere molto diverse sia in termini di limiti prescrittivi, sia per quel che riguarda il pagamento del ticket. E se in 9 regioni non sono previsti, il Lazio è in testa alla classifica delle regioni in cui il cittadino non esente paga di più: 4 euro per farmaci che costano più di 5 euro e 2,50 euro per quelli che hanno un prezzo inferiore ai 5 euro. Lo spiega l’Osservatorio Salute&Diritti del Movimento difesa del cittadino (Mdc), che ha realizzato il dossier “Le gabbie sanitarie” per fare il punto su questa situazione. E, se in Valle d’Aosta, Provincia di Trento, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Basilicata e Sardegna non esiste alcun pagamento per i farmaci a carico dell’assistito, i cittadini che non beneficiano di particolari esenzioni e che abitano in Sicilia, Lombardia, Piemonte, Liguria, Provincia Autonoma di Bolzano, Veneto e Puglia, devono sobbarcarsi il costo del ticket di 2 euro per ogni confezione, indipendentemente dal prezzo del farmaco. Seguono l’Abruzzo, che fa pagare ai non esenti 2 euro a confezione ma se il prezzo del farmaco è inferiore a 5 euro, il ticket scende a 0,50 euro; la Calabria, che fa pagare ai non esenti 1 euro a ricetta più 2 euro a confezione; la Campania (1,50 euro a confezione) e il Molise (1 euro a confezione, 0,50 euro per i generici, gratis i farmaci inferiori a 5 euro). Le differenze da Regione a Regione si registrano anche in fatto di esenzioni per malattia, reddito e invalidità. In questo caos, che cosa può fare il cittadino? “In primo luogo – risponde Silvia Lo Iacono, responsabile dell’Osservatorio Salute&Diritti del Mdc, che ha curato il dossier – può informarsi se può beneficiare di una particolare esenzione e, anche in questo caso, potrebbe convenire una tipologia rispetto a un’altra. In secondo luogo, “per risparmiare il più possibile, il cittadino può farsi prescrivere dal medico un farmaco generico corrispondente a quello di marca, che costa di più e al cui prezzo va aggiunta, nella maggior parte dei casi, la differenza tra il farmaco generico e quello di marca e poi anche il ticket (come prevedono le delibere in diverse regioni)”. Farmacista33 – 17 novembre 2009 Anno 5 N° 196
501 2 minuti di lettura