L’evasione fiscale non accenna a fermarsi. Anzi, per alcune categorie, tra cui molti dei professionisti della salute, addirittura fa registrare una crescita, anche rispetto ai dati già preoccupanti del 2007. Sono questi in estrema sintesi alcuni dei risultati emersi dal Terzo Rapporto Eures sull’evasione fiscale in Italia, che prende in esame l’atteggiamento nei confronti del Fisco di 52 categorie di lavoratori, a partire dall’esperienza diretta di un campione rappresentativo di 1.225 cittadini. Dati quindi affidabili, in quanto direttamente riconducibili all’esperienza diretta di chi ha dovuto pagare "in nero" almeno una parte delle prestazioni professionali.
In costante aumento, come si è detto, l’evasione tra i professioni in ambito sanitario: in particolare i dentisti (34% nel 2012, a fronte del 32,9% nel 2007 e del 27,7% nel 2004) e i medici specialisti (34%, rispetto al 26,7% del 2007 e al 25,5% del 2004). Tra questi la maglia nera tocca agli psicologi e psichiatri, il cui tasso di evasione tocca il 40%, seguiti a breve distanza dai dietologi e dai nutrizionisti (38%). Sempre per quello che riguarda i medici, tra i comportamenti illeciti, il più diffuso è la mancata emissione della fattura con richiesta dell’intero compenso (20,4% dei dietologi, 20% degli psicologi/psichiatri, 14,8% dei dentisti, 14,7% dei medici specialisti). La mancata fatturazione con sconto sul compenso richiesto è praticata invece dal 13,3% degli psicologi/psichiatri, dall’11,4% dei dentisti, dall’11,1% dei dietologi e dal 10,8% dei medici specialisti.
E i numeri di questa illegalità diffusa? Molto elevati. Se infatti, nel settore della sanità, sono i dentisti a registrare i valori più alti (1,5 miliardi di euro l’anno di compensi non dichiarati), anche gli specialisti (441 milioni di euro), gli psicologi/psichiatri (233 milioni di euro) e i nutrizionisti/dietologi (95 milioni di euro) contribuiscono significativamente ad alzare la cifra complessiva.
5 ottobre 2012 – DoctorNews