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Svizzera. Norma trasparenza sui prezzi. Novartis: stop sconti agli ospedali e farmacie

Una lettera a firma Novartis che rischia di costare alla sanità pubblica svizzera dai 300 ai 400 milioni di franchi all’anno secondo le prime stime. È quella che hanno ricevuto un paio di settimane fa tutti gli ospedali del Paese. L’azienda farmaceutico di Basilea annuncia di voler eliminare a partire dal primo febbraio 2020 gli sconti applicati su buona parte dei propri farmaci ai nosocomi del nostro Paese

Una variazione minima sui prezzi per l’approvvigionamento dei farmaci rischia di avere ripercussioni enormi. Già. Come se non bastassero le recenti notizie sull’aumento dei premi di cassa malati per il 2020

La causa è la nuova normativa federale che impone trasparenza sugli sconti nella distribuzione dei medicinali: le case farmaceutiche dovranno quindi fornire informazioni su quanto ribasso stanno concedendo.

«Verrà imposto a tutti, a giusta ragione, di dichiarare in modo trasparente i costi per l’approvvigionamento dei farmaci e di contabilizzarli in modo che sia sempre la collettività a trarne beneficio». In sostanza, i risparmi dovuti agli sconti sui medicamenti vanno a beneficio diretto degli assicurati o dei contribuenti. La nuova ordinanza federale tende a generalizzare questo modo di gestire la contabilità: un farmaco avrà lo stesso peso economico di un altro agli occhi dei compratori, come appunto ospedali, farmacie e medici dispensanti.

Le aziende farmaceutiche, vedendo il rischio di una spinta forzata all’abbassamento dei prezzi dei medicamenti, si stanno preparando. E la cosa più semplice per eliminare questo rischio è, appunto, togliere tutti gli sconti. Si perché l’UFSP (Ufficio federale della sanità pubblica) avrà gli strumenti per monitorare il mercato dei farmaci. E potrebbe tirare delle conclusioni a detrimento del settore farmaceutico.

La tesi più comune attualmente in circolazione è quella secondo la quale le aziende farmaceutiche – cancellando gli sconti agli ospedali svizzeri – vedranno crescere ulteriormente i loro già lauti guadagni. «Novartis, allora, potrebbe ribattere come segue» spiega un farmacista cantonale. «Ovvero che, se prima riduceva volontariamente il suo guadagno concedendo degli sconti, delle concessioni, domani farà pagare a tutti il prezzo di listino che, a loro modo di vedere, è corretto. Un modo pulito e legittimo di interpretare il senso dell’ordinanza». Novartis ha fatto la sua mossa. Ancora non è dato sapere se altri giganti della farmaceutica seguiranno la politica dell’azienda basilese.

In tutta questa vicenda a perderci rischia di essere lo Stato, e dunque i cittadini Secondo le prime stime si calcola che potrebbe costare alla sanità pubblica svizzera un maggio esborso di una cifra che va dai 300 ai 400 milioni di franchi all’anno-

Estratto da Corriere del Ticino – 28 settembre 2019

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«Povera Novartis o poveri noi?»

Novartis sta davvero così male da dover revocare gli sconti concessi sui suoi farmaci forniti agli ospedali? A porsi la domanda è Forum Alternativo reagendo così alla questione affrontata nell’approfondimento uscito sul CdT due giorni fa.

«Con questa mossa – si legge ancora in una presa di posizione – potrebbe far aumentare di 400 milioni le spese ospedaliere! Ma Novartis non ha appena realizzato un profitto di 13 miliardi di dollari, il 24 % della sua cifra d’affari? Cifre da capogiro. Eppure delocalizza posti di lavoro verso paesi dai salari più bassi e adesso aumenta pure il prezzo dei suoi farmaci destinati agli ospedali. Non c’è quindi limite alla massimizzazione del profitto a favore dei suoi azionisti e a scapito del sistema sanitario svizzero.

Pazienti, assicurati e contribuenti: pagheremo tutti il conto sempre più salato di un industria farmaceutica irresponsabile. Rivendichiamo l’uso di licenze obbligatorie per i nuovi farmaci dei prezzi insopportabili e il controllo pubblico delle multinazionali farmaceutiche!», conclude la nota.

Corriere del Ticino – 30 settembre 2019

Redazione Fedaisf

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