La norma sul generico contenuta nel Decreto "Cresci Italia", quella sull’autonomia delle casse di previdenza dei professionisti prevista nel Decreto "Salva Italia", nonché la proposta ricompresa nella bozza di riordino delle Cure primarie, che limita l’assistenza del pediatra di libera scelta a bambini fino a sei anni. Queste le ragioni alla base della dichiarazione dello stato di agitazione dello Smi, che tiene dietro a quanto emerso a inizio settimana nell’intersindacale ed è seguita a ruota dalla protesta dello Snami, preoccupato anche per il Patto per la salute e il costante incremento delle incombenze burocratiche dei Mmg. Ma sotto i riflettori c’è soprattutto «un modo di legiferare senza alcun confronto con chi opera in prima linea nei servizi sanitari». Le parole sono di Salvo Calì, segretario generale Smi, che poi aggiunge: «Confermiamo il percorso comune con gli altri sindacati e con tutte le altre professioni per contrastare questi provvedimenti, senza fughe in solitario come la proclamazione dello sciopero. Il primo appuntamento è la manifestazione dell’1 marzo a Roma con tutti i liberi professionisti, ma seguiranno altre iniziative su tutto il territorio nazionale». «Uno sciopero autentico, tosto e storico» è invece la lettura di Angelo Testa (foto), presidente Snami, che lancia anche l’appello per ridefinire il codice di autoregolamentazione dello sciopero. E a non andare giù al sindacato autonomo è soprattutto «un lavoro, per il medici di medicina generale, sempre più da burocrati» fatto di «ricetta elettronica, patient summary e trasmissione obbligatoria di flussi informativi», per di più «con un numero di accessi in studio triplicati, rispetto a dieci anni fa, a parità di compensi».
1 febbraio 2012 – DoctorNews