Gli studenti di medicina negli Stati Uniti sono spesso esposti al marketing farmaceutico, anche durante i primissimi anni dell’università. E l’entità dei loro contatti con l’industria è associata a un atteggiamento generalmente positivo nei confronti del marketing, e di scetticismo verso le implicazioni negative che questa attività può nascondere.
Sono i risultati di una ricerca guidata da Kirsten Austad e Aaron Kesselheim della Harvard Medical School di Boston (Usa), pubblicata questa settimana su ‘PLoS Medicine’, che invita a intraprendere strategie per educare gli studenti sulle interazioni con l’industria farmaceutica.
Gli autori hanno esaminato tutte le ricerche pubblicate su questo argomento, per un totale di 9.850 studenti di medicina in 76 Facoltà. Ne è emerso che la maggior parte studenti aveva una qualche forma di interazione con l’industria farmaceutica e che il contatto aumenta negli anni, con punte del 90% di ‘futuri medici’ che riceve una qualche forma di materiale didattico da parte delle aziende produttrici di medicinali.
La maggior parte degli studenti pensa che sia eticamente lecito accettare regali da parte delle aziende e giustifica il diritto a ricevere doni citando le proprie difficoltà finanziarie, o dicendo che la maggioranza degli studenti si comporta in questo modo. Quasi due terzi degli aspiranti ‘camici bianchi’ assicurano di essere immuni dai pregiudizi che possono scaturire dalla promozione, dai regali o dalle interazioni con i rappresentanti di vendita.
Opinioni discordanti, invece, sull’ipotesi di introdurre norme che regolino le interazioni medico-industria da parte delle Facoltà o del governo.
Barbara Di Chiara – 25 maggio 2011 – Pharmakronos