Diocesi: Piazza Armerina, domani l’ordinazione di tre nuovi diaconi permanenti
Tre nuovi diaconi permanenti nella diocesi di Piazza Armerina. L’ordinazione avverrà domani, nel giorno del 204° anniversario dell’istituzione della diocesi, nella basilica cattedrale, per l’imposizione delle mani del vescovo Rosario Gisana. A ricevere il ministero saranno Ignazio Puci, 42 anni, Giuseppe Felici, 50, e Filippo Marino, 48.
Marino, originario di Piazza Armerina, è un informatore scientifico per la malattia del Parkinson. ministro straordinario, salesiano cooperatore – assieme alla moglie –, ha irrobustito la fede frequentando il “Boccone del Povero”, un centro cittadino, al servizio dei minori a rischio.
Sale così a 14 il numero dei diaconi permanenti diocesani ai quali il vescovo ha affidato la Caritas diocesana che “diventa la loro parrocchia, dove assieme si impegnano per organizzare, orientare, pianificare progetti che servono a risollevare i poveri dalla loro indigenza”, ha detto. È stato infatti lo stesso vescovo a dare impulso al ministero diaconale riformando la Caritas diocesana e affidandola all’intero diaconio e nominando direttore della Caritas proprio uno di essi: Mario Zuccarello
Nota: Diakonia (διακονίαè) la parola greca che definisce la funzione dei diaconi. Significa servizio, ed è di tale importanza per la Chiesa che viene conferita con un atto sacramentale definito “ordinazione”, ovvero dal sacramento dell’Ordine. L’Ordine sacerdotale comprende tre gradi differenti del sacramento: i vescovi, i sacerdoti e i diaconi. La dottrina cattolica stabilisce che il grado del diaconato è un grado di servizio.
Un diacono può battezzare, benedire matrimoni, assistere i malati con il viatico, celebrare la Liturgia della Parola, predicare, evangelizzare e catechizzare.
Contrariamente al sacerdote, però, non può celebrare il sacramento dell’Eucaristia (Messa), confessare o amministrare l’unzione dei malati.
Dal Concilio Vaticano II, la Chiesa latina ha ristabilito il diaconato come un grado particolare all’interno della gerarchia. i Diaconi possono essere sposati, se però sono celibi, dopo l’ordinazione diaconale, non possono più sposarsi
Il Vescovo, a cui il diacono nel rito di Ordinazione ha promesso “filiale rispetto e obbedienza”, gli conferisce mediante decreto uno specifico ufficio, tenendo conto delle necessità della Diocesi e anche della condizione familiare e professionale del diacono stesso.
Il diaconato può essere la prima tappa verso il sacerdozio, e in questo caso si parla di diaconato transeunte, ma un diacono potrà anche scegliere di restare tale per sempre e prestare servizio con quel ruolo specifico, e allora si parlerà di diaconato permanente.