Fusione Bayer – Monsanto: l’Europa avvia indagine approfondita
Arriva lo stop della commissione europea alla fusione tra Bayer e Monsanto. Era settembre 2016 quando, dopo diversi mesi di corteggiamento, Monsanto, colosso americano di biotecnologie agrarie, ha ceduto all’offerta del colosso tedesco di chimica e farmaceutica, che aveva messo sul piatto, in contanti, la cifra record di 66 miliardi di dollari (è la maggior acquisizione estera mai realizzata da un’azienda tedesca ).
Un corteggiamento durato mesi
La caccia di Bayer a Monsanto, infatti era iniziata a maggio 2016, ma la casa americana aveva sempre rifiutato le offerte proposte dal colosso farmaceutico.
La prima offerta avanzata da Bayer era 122 dollari per azione, a luglio è salita a quota 125 dollari, cifra “insufficiente a garantire la certezza dell’affare”, secondo le parole di Monsanto. Dopo che la società tedesca ha avuto accesso ai conti finanziari dell’azienda Usa, l’offerta è arrivata a 127,50 dollari per azione e poi a 128.
Monsanto: chi e cosa ha acquistato Bayer?
Monsanto è anche proprietaria di Roundup, un diffuso erbicida a base di glifosato, sostanza sotto esame per effetti potenzialmente dannosi sulla salute.
E ancora. Il colosso americano di bioetcnologie agrarie è stato uno dei produttori del cosiddetto Agente Arancione, una miscela di diserbanti rivelatasi letale (è stata utilizzata a tappeto nella guerra del Vietnam).
Fusione Bayer – Monsanto: quali le conseguenze?
L’unione delle due aziende darebbe vita ad una società leader mondiale nel settore dei pesticidi e al più grande fornitore al mondo di semi delle colture e dei geni.
Non solo. Un eventuale accordo tra i due colossi dell’industria agrochimica, infatti, andrebbe a “indebolire i processi decisionali democratici a vantaggio delle multinazionali”, come riportato dal settimanale tedesco Der Spiegel. Ricordiamo che il trattato eliminerebbe alcune differenze normative che esistono tra Unione europea e Stati Uniti, modificando gli standard di qualità e sicurezza a cui fino ad oggi l’Europa si è ispirata.
Lo stop dell’Antitrust
L’Antistrut, infatti, è consapevole che la fusione mette insieme due concorrenti che sono già alla guida del settore. Dunque la fusione potrebbe “ridurre la concorrenza in una serie di diversi mercati che porterebbero a prezzi più alti, qualità inferiore, meno scelta e meno innovazione”.Timori giustificati, soprattutto se si pensa che il matrimonio finanziario tra i due colossi avverrebbe dopo le fusioni tra Dow e Dupont e ChemChina e Syngenta, che hanno reso il settore ricco di concentrazioni globali.
Non solo. Bruxelles intende approfondire se l’accesso di agricoltori e distributori ai concorrenti del maxicolosso dell’agrochimica diventerà più difficile dopo la fusione, se questi dovessero legare le vendite delle sementi ai pesticidi.
La decisione entro gennaio 2018
Per dare un parere certo, la Commissione ha avviato un’indagine approfondita sull’operazione e si è presa tempo fino all’8 gennaio 2018.
Attuamente, gli impegni presentati a Bruxelles da Bayer e Monsanto, lo scorso 31 luglio, sono stati ritenuti insufficienti.
“Bayer crede che la combinazione proposta sarà altamente vantaggiosa per gli agricoltori e per i consumatori, e continuerà a lavorare in modo costruttivo e ravvicinato con la Commissione europea nella sua indagine”, con l’obiettivo di “ottenere l’approvazione della Commissione per la transazione entro la fine di quest’anno”, ha riferito Bayer con una nota. “L’azienda si aspettava un’ulteriore revisione della proposta acquisizione di Monsanto a causa delle dimensioni e dell’ambito della transazione”.