Si ridimensiona l’aumento delle ricette che l’anno scorso ha registrato una crescita di appena lo 0,2%. Sempre nel 2012, ogni cittadino italiano ha ritirato in media in farmacia 18 confezioni di medicinali a carico del Ssn. La fotografia scattata dall’ "Opuscolo spesa 2012" .
23 APR – La spesa farmaceutica convenzionata nel 2012 ha registrato una flessione del –9,1% rispetto al 2011. Il dato è segnalato dall’"Opuscolo spesa 2012" di Federfarma. È il sesto anno consecutivo che la spesa farmaceutica convenzionata cala, attestandosi, unica voce della spesa sanitaria, su livelli inferiori a quelli del 2001. Si attenua invece la tendenza, in atto negli anni passati, all’aumento del numero delle ricette, cresciuto nel 2012 solo del +0,2%, e, in alcune Regioni addirittura in calo, anche a seguito di un maggior ricorso alla distribuzione diretta ovvero alla distribuzione da parte delle farmacie di farmaci acquistati dalle Asl.
Nel 2012 le ricette sono state oltre 591 milioni, pari a poco meno di 10 ricette per ciascun cittadino. Le confezioni di medicinali erogate a carico del Ssn sono state oltre 1 miliardo e 88 milioni, con un aumento del +0,2% rispetto al 2011. Ogni cittadino italiano ha ritirato in farmacia in media 18 confezioni di medicinali a carico del Ssn. L’andamento della spesa nel 2012 è influenzato soprattutto dal calo del valore medio delle ricette (-9,3%): vengono, cioè, erogati a carico del Ssn farmaci di costo sempre più basso; il prezzo medio dei medicinali Ssn è passato da 11,38 euro del 2011 a 10,53 euro del 2012. Ciò è dovuto ai continui tagli dei prezzi dei medicinali, alle trattenute sempre più pesanti imposte alle farmacie, al crescente impatto dei medicinali equivalenti a seguito della progressiva scadenza di importanti brevetti e al ricorso alla distribuzione diretta o per conto di medicinali acquistati dalle Asl.
Il contributo diretto delle farmacie al contenimento della spesa farmaceutica convenzionata nel 2012 è stato di circa 800 milioni di euro. Lo sconto per fasce di prezzo ha determinato che i margini reali della farmacia siano regressivi, diminuiscano cioè progressivamente all’aumentare del prezzo. Le farmacie in alcune Regioni (Campania, Calabria, Lazio, ma anche Piemonte) subiscono ritardi nei pagamenti da parte delle Asl, che incidono negativamente