Sulla linearità sfugge ai più che la prima linearità è il governo Monti. Non la crisi o la recessione. I suoi provvedimenti sono lineari perché lineare è il pensiero che pensa la crisi senza crescita. E sulla sanità spaventa l’assenza di un pensiero strategico.
02 AGO – Qualcosa non quadra. Il Senato approva la manovra (quasi 7 mld di tagli) a stragrande maggioranza, le Regioni, e con loro più di mezzo mondo, la ritengono letale. Quindi, il Senato approva una manovra letale. Sui farmaci generici si scatena, è il caso di dirlo, la “guerra dei principi” fino ad oscurare, come ha scritto Fassari, la vera tragedia della sanità pubblica…
Tutti sono scontenti e tutto sembra condurre a un serrato scontro sociale, ma fino a questo momento le uniche cose che si scontrano davvero sono le automobiline al luna park. C’è tanto chiasso ma nulla di più. La manovra e, quella che seguirà in autunno, è impietosamente senza vasellina. Quelli della sanità, i riformisti, quelli del centro sinistra, l’associazionismo sociale, i sindacati, all’unisono ripetono il solito refrain, da ultimo il Cnel, “tagliare ma senza tagliare”. La clausola salva coscienza è sul modo di tagliare cioè la “linearità”. Se proprio si deve tagliare, si scelga un macellaio intelligente come per le bombe, cioè bombardate pure ma cercate di colpire i bersagli giusti.
Sulla linearità sfugge ai più che la prima linearità è il governo Monti…non la crisi…o la recessione. I suoi provvedimenti sono lineari perché lineare è il pensiero che pensa la crisi senza crescita. Vi ricordate all’inizio? “Rigore, sviluppo, equità”. Il rigore senza sviluppo e senza equità per forza diventa lineare. La non linearità non è una questione di bombe intelligenti ma di cambiamento. Il Cnel sulla spending review curiosamente è incappato in una antinomia: attacca i tagli lineari, dicendone peste e corna e…propone finanziamenti lineari…i costi standard…gli stessi che, fino a prima di Monti, avevano suscitato il disgusto dei palati fini dell’economia sanitaria e non solo. Ma il p