Sistema con croniche carenze.

Dicono che la figura del medico di famiglia sia centrale, ma poi non lo mettono nelle condizioni di lavorare al meglio. Lo Stato, le Regioni e le Aziende valutano l’operato del medico di famiglia solo secondo criteri ragionieristici di spesa farmaceutica. Il medico di famiglia è oppresso dalla burocrazia e lasciato solo a rispondere al bisogno di salute dei cittadini, in un sistema caratterizzato da croniche carenze. È la denuncia lanciata oggi dal segretario nazionale della Fimmg, Mario Falconi, parlando all’assemblea dei medici di famiglia riuniti a Villasimius (CA) per il 59° Congresso della Fimmg.
Valutare di più i bisogni del cittadino, investendo in formazione e territorio, sono questi i principali concetti della relazione annuale presentata al Congresso dal leader della Fimmg, Mario Falconi. Il medico di famiglia si trova ad operare in un contesto geografico federalistico, che non aiuta l’uniformità dell’ assistenza, incrementando le differenze geografiche. “Il Governo – ha detto Falconi – ha iniziato il suo lavoro in maniera positiva, abolendo l’iniqua norma per cui bastava essere stati parlamentari per diventare direttori generali di Asl e ospedali. Molti, però, i settori su cui occorre ancora intervenire”.
Uno dei problemi, secondo il segretario nazionale della Fimmg, è la burocrazia, “che opprime e rallenta il sistema, un orpello che togli tempo al colloquio con il paziente, aumentando in modo esponenziale e inutile il lavoro a discapito di una corretta assistenza”. Ma è necessario anche smettere di osservare l’operato del medico da un punto di vista esclusivamente basato sulla quota di prescrizioni e di spesa farmaceutica, dimenticando invece di premiare secondo un principio di meritocrazia la qualità dell’assistenza offerta ai cittadini .
Secondo Falconi, invece, oggi il medico di famiglia è lasciato solo in balia di croniche carenze che non lo mette nelle condizioni di svolgere il proprio lavoro. Il distretto deve trasformarsi in un centro di servizi in supporto al territorio ma purtroppo, secondo il leader della Fimmg, attualmente non è così. Un altro capitolo fondamentale è la formazione; a tutt’oggi dalle facoltà di Medicina escono laureati che della medicina generale non hanno esperienza né conoscenza. E neanche il triennio di formazione specifica è adeguato a preparare i medici a quella che sarà la loro professione. “I cittadini vogliono un medico più preparato e professionalizzato, questo passa solo attraverso il potenziamento della formazione post laurea”.
Da il bisturi.it
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