Da questa domanda si è partiti nel viaggio dentro la crisi industriale italiana, con i 300000 posti di lavoro persi e dove anche quest’anno si prevede una decrescita del PIL dell’1,5%.
Per capire quanto è grave questa crisi basta andare di fronte al palazzo del ministero dello sviluppo a Roma, in via Molise 2, dove si ritrovano imprese e sindacati attorno al tavolo delle trattative.
Ci sono i lavoratori di Fincantieri, di Genova Palermo e Ancona.
Ci sono quelli dell’Alcoa, la multinazionale americana che chiude i battenti perchè il governo italiano non da più incentivi. E dunque in Sardegna finiranno per strada 1000 avoratori più altri 1000 dell’indotto.
Ci sono i lavoratori dell’Agile (ex Eutelia): 1884 persona lasciate per mesi senza stipendio quando i soldi dell’azienda finivano ad altre società o addirittuta a persone fisiche.
Oggi i proprietari di Agile sono stati rinviati a giudizio e quello di Eutelia è latitante.
Per molti casi, di fronte alla crisi, non c’è alternativa alla Cassa Integrazione. Ma le storie raccontate dai giornalisti di Presadiretta raccontano un’altra verità.
Sono i casi della Omsa e della Sigma Tau: situazioni dove la crisi non c’entra.