Il settore farmaceutico italiano continua a lanciare segnali positivi. Dopo la chiusura in tempi record dell’ultimo contratto nazionale di settore, sono arrivati anche i dati occupazionali del pharma in Italia che hanno confermato la tendenza al segno più.
Nicola Di Turi – 21 NOVEMBRE 2015 – CORRIERE DELLA SERA BLOG La nuvola del lavoro
Come si legge in un comunicato, «venerdì 6 novembre Gsk, per voce del suo amministratore delegato italiano Daniele Finocchiaro, dichiara ad istituzioni locali e nazionali un investimento complessivo di circa un miliardo di euro per l’Italia nei prossimi quattro anni, confermando la centralità in questo investimento dei siti di Siena e Rosia.
Lunedì 9 novembre GSK (nella persona di un Dirigente Globale) comunica ai lavoratori di “ricerca & sviluppo” Siena che in ottica di una strategia di risparmio globale, GSK Vaccini Global ha intenzione di risparmiare 400 milioni di sterline (circa 605 milioni di euro), affermando che tale processo porterà a riduzioni di personale».
Insomma, se da un lato l’azienda avrebbe promesso un miliardo di investimenti, dall’altro avrebbe messo in discussione più della metà dell’importo in meno di 72 ore.
«Alla nostra richiesta di avere un incontro, l’azienda ancora non ha risposto. Così siamo costretti a prendere in considerazione soltanto voci difficili da confermare, che parlano di non meno di 100 esuberi su Siena. Purtroppo finora l’unico dato di fatto è la mail che un dirigente Gsk ha inviato da Bruxelles ai lavoratori del dipartimento Ricerca e Sviluppo di Siena, comunicando che è allo studio una fase di risparmi e che questo percorso creerà sicuramente esuberi», conferma al Corriere della Sera Marco Goracci, segretario dei chimici-farmaceutici Cgil Siena.
Come responsabile territoriale, il sindacalista ha seguito tutte le aziende di settore, compresi i tavoli di trattativa in Gsk Novartis. Interpellata sulla questione sollevata dalle RSU interne, l’azienda non smentisce la volontà di risparmiare circa 600 milioni di euro, né conferma il mantenimento dell’attuale livello occupazionale negli stabilimenti di Siena e Rosia.
«È chiaro che questa situazione crea fibrillazione nei lavoratori, e l’impatto potrebbe essere importante su una realtà che a Siena impiega circa 2200 dipendenti e 500 lavoratori interinali. L’azienda ci ha assicurato che se ci saranno esuberi, verranno spalmati sui prossimi 3 o 4 anni.
Nello stesso periodo vorrebbero investire il famoso miliardo di euro, ma mi sembrano due elementi difficili da conciliare. E anche qualora venissero previsti trasferimenti in massa come accaduto nella fase di transizione da Novartis a Gsk per circa 90 lavoratori invitati a trasferirsi a Verona, non potremmo che considerarliesuberi veri e propri, con l’unica alternativa rappresentata dalle dimissioni», ragiona ancora Marco Goracci.
Nonostante i segnali positivi arrivati sul settore a livello nazionale, restano accesi i fari sugli stabilimenti nelle singole realtà produttive italiane.