ROMA – Sui farmaci fuori brevetto è possibile un risparmio per il Servizio sanitario nazionale di circa 800 milioni di euro. Un taglio realizzabile a stretto giro, attraverso una riduzione dei prezzi dei generici imposto per decreto. E che potrebbe essere accompagnato da interventi correttivi per eliminare i meccanismi di alterazione del mercatò, legati ai cosiddetti "extra-sconti" alle farmacie da parte dei produttori e grossisti che gonfiano il prezzo finale pagato dalla parte pubblica. Lo hanno riconosciuto i tecnici dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), come riferito da Enrico Rossi, assessore della Toscana e coordinatorie degli assessori regionali della sanità, riuniti ieri nella sede dell’ex ministero della Salute a Roma. Per recuperare gli 800 milioni di euro si potrebbe, dunque, intervenire da subito attraverso «un decreto che permetta l’abbassamento del prezzo dei generici. Ma è possibile anche stabilire meccanismi per il futuro che non consentano più l’alterazione del mercato», spiega Rossi all’uscita della riunione. «Abbiamo preso una posizione comune – continua – sui farmaci off patent che vengono sovrappagati dal servizio pubblico, come avevamo già denunciato. Anche i tecnici dell’Agenzia hanno riconosciuto che ci sono 800 milioni risparmiabili. Noi rivendichiamo che tutto questo è stato fatto per iniziativa delle Regioni». Il problema che porta a gonfiare i prezzi, ha spiegato Rossi, è legato al fenomeno, tutto italiano, che non consente – come invece succede negli altri Paesi – che, dopo la scadenza del brevetto il prezzo continui a ridursi per effetto della concorrenza.
Il Messaggero del 18/09/2008 ed. Nazionale p. 13
af