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Sono convinto, avendolo conosciuto bene, che avrebbe scelto questa modalità di commiato, lui così riottoso a qualsiasi tipo di inattività, anche temporanea, pur consapevole di gettare nello sconforto i familiari, i suoi allievi, tutti coloro che hanno avuto il privilegio di conoscerlo e di volergli bene.
Sì, perché al Professor Berni si poteva volere solo bene, nonostante quella mai confessata timidezza che lo portava ad “attaccare” l’interlocutore e poteva essere fraintesa, quei tratti somatici evidenti che lo riconducevano all’iconografia di un personaggio storico della nostra Fiorenza dei tempi d’oro, cavaliere senza macchia e senza paura, ma con un cuore grande così.
E Berni lo era senza paura: avventuroso nelle diagnosi più complicate che sempre centrava, deciso sugli interventi che andavano adottati per il bene del paziente, rispettoso del tempo che il malato dedicava a lui e non viceversa.
Ha sempre riconosciuto la nostra figura professionale, e proprio perché considerava l’ISF un professionista, non tollerava le forzature del marketing, quella compulsività nel promuovere un farmaco come fosse unicamente un bene di largo consumo.
Penso di interpretare il pensiero di tutti i colleghi che hanno avuto il privilegio di conoscere Giancarlo Berni nell’unirci sinceramente allo sconcerto che grava oggi sulla famiglia e sulla scuola medica fiorentina da Lui voluta.
Sono certo che trarranno tanta forza nel tramandare gli insegnamenti professionali e di vita quotidiana che questa bella persona ha voluto lasciare.
Andrea Veneranda
Presidente Emerito AIISF Regione Toscana