Plos One, ecco perché lo sviluppo sta diventando in sostenibilmente costoso. Si continua a investire là dove invece i risultati faticano ad arrivare. Inoltre anche le mode industriali e scientifiche hanno contribuito al problema. Oggi portare un farmaco sul mercato costa circa 100 volte più che nel 1950.
Sempre più farmaci ‘gioiello’ alla ribalta, prodotti tanto costosi da far tremare le vene e i polsi delle autorità regolatorie, rischiando di mettere in crisi i sistemi sanitari. Il punto è che la stessa ricerca di nuovi farmaci sta diventando via via più costosa, e questo nonostante gli enormi progressi tecnologici degli ultimi anni. Un problema che, secondo uno studio apposito, nasce nei laboratori: i ricercatori stanno utilizzando i metodi sbagliati, sostengono infatti alcuni scienziati su ‘Plos One’.
La ricerca dovrebbe concentrarsi sulla ‘validità’ – su quanto bene i risultati degli esperimenti consentono di prevedere quelli ottenuti nelle persone malate – invece finora si è concentrata su metodi che sono di facile industrializzazione o affascinanti dal punto di vista accademico. Secondo Jack Scannell, dell’Oxford University’s Centre for the advancement of Sustainable Medical Innovation, e il consulente Jim Bosley, occorre ripensare il sistema.
I due hanno affrontato la questione della scoperta di nuovi farmaci utilizzando strumenti matematici che vengono impiegati dagli economisti per studiare il processo decisionale. Così mostrano che la possibilità di scoprire un farmaco efficace è sorprendentemente sensibile alla validità dei metodi sperimentali. Piccoli cambiamenti possono avere un effetto maggiore rispetto al fatto di eseguire 10 o anche 100 volte più esperimenti. Insomma, secondo gli autori la produttività di queste ricerche è diminuita a causa del fatto che metodi più predittivi conducono alla scoperta di buoni farmaci, e così la ricerca in alcune aree si ferma (ad esempio, è il caso delle ulcere dello stomaco).
Si continua a investire là dove invece i risultati faticano ad arrivare. Inoltre anche le mode industriali e scientifiche hanno contribuito al problema. Risultato, i metodi sono diventati meno predittivi nel corso del tempo, così sono state fatte scelte peggiori e il costo dello sviluppo di nuovi prodotti è lievitato. “C’è un puzzle insidioso nel cuore della moderna ricerca biomedica.
Da un lato – spiegano i ricercatori – le tecnologie che la gente pensa siano importanti sono diventate centinaia, migliaia, o addirittura miliardi di volte più convenienti. D’altra parte, oggi portare un farmaco sul mercato costa circa 100 volte più che nel 1950. Il nostro lavoro va in qualche modo a spiegare questo puzzle”.
Margherita Lopes