Lo studio: gli over 75 con problemi di salute aumentano dell’8%. E il 32% delle medicine innovative non arriva nelle farmacie italiane. La nostra spesa è oramai inferiore del 28,7% a quella dei Paesi Ue. E gli effetti iniziano a vedersi. Solo 10 anni fa i nostri ultrasettantacinquenni con problemi di salute erano meno del 55%. Un record europeo, visto che la media era quasi di 10 punti superiore. Ora quella forbice si è ridotta a soli 4 punti con noi al 63%.
29/10/2015 – PAOLO RUSSO – LA STAMPA
Quanto siano state poco indolori gli ultimi anni di manovre sanitarie lo dice l’undicesimo Rapporto del Crea sanità dell’Università Tor Vergata, presentato ieri a Roma con il titolo non casuale «L’universalismo diseguale».
IL GAP CON L’EUROPA
Lo stato di salute della nostra sanità varia però da regione a regione. Tra differenti modi di applicare i ticket, maggiori o minori liste d’attesa, mini prontuari farmaceutici regionali, l’indice di equità per l’accesso alle prestazioni sanitarie stilato dal Crea mostra differenze abissali. Fatto cento l’indice nazionale si va dalla maglia nera Campania con indice 206 all’equo Trentino Alto Adige con indice 33. Ma con l’aggiunta delle Marche tutte le regioni meridionali sono sotto la media nazionale.
CITTADINI PENALIZZATI
Stesse iniquità si ritrovano sul piano fiscale, con i cittadini delle regioni in piano di rientro dal deficit penalizzati dalle super-addizionali Irap ed Irpef. Basti pensare che nel Lazio l’addizionale della tassa sul reddito da lavoro è superiore dell’88% a quella versata in Basilicata. Come si esce da questo impasse lo spiega Federico Spandonaro, Presidente del Crea: «Occorre una moratoria che mantenga invariata la spesa sul Pil. Con la certezza delle risorse disponibili sarà poi possibile rivedere la lista delle priorità d’intervento». Magari senza continuare a spacciare il razionamento delle cure con il falso universalismo del tutto gratis a tutti.
I punti salienti 11° Rapporto Sanità a cura di C.R.E.A. Sanità – Tor Vergata
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