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N.d.R.: gli informatori scientifici del farmaco sono quelli il cui profilo è descritto dal D.Lgs. 219/06, art. 122.
Gli agenti di vendita di latte in polvere per neonati NON sono Informatori
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Scandalo pediatri, le intercettazioni: “Mi muovo con la moglie e voglio vede’ di star bene”
Corruzione, le intercettazioni che hanno portato agli arresti / I NOMI DEGLI ARRESTATI /ASL, I MEDICI GIA’ SOSTITUITI
di Federico Cortesi 22 novembre 2014 LA NAZIONE
Pisa, 22 novembre 2014 – “Una volta mi muovo con la moglie voglio di’ io, tre giorni e tre notti, volevo vede’ di stà bene, capito?”. E’ la raccomandazione fatta dal dottor Maurizio Petri di Cascina a Giuliano Biagi, informatore scientifico della Humana Italia Spa – nel corso di un’intercettazione telefonica che risale al pomeriggio di 24 luglio 2013 – in merito all’imminente viaggio-premio in programma a Berlino dal 23 al 26 agosto dello scorso anno.
Dalle trascrizioni delle intercettazioni telefoniche contenute nelle circa ottanta pagine dell’ordinanza firmata dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Pisa Guido Bufardeci – che ha portato all’arresto di 18 tra pediatri e informatori scientifici, come scriviamo nelle pagine nazionali – emerge con chiarezza quale sia la finalità delle regalie come in una conversazione tra due informatori scientifici in cui il marchigiano Vincenzo Ruotolo ribadisce al collega pisana Dario Boldrini come si aspetti che dopo “questi regali dovranno uscire i latti” (sic).
“Dagli una sollecitata di sentire, datevi una mossa perché, novembre e dicembre, qua dobbiamo mettere in pista, almeno dobbiamo raggiungere gli obiettivi”. Dice ancora il responsabile nazionale dei coordinatori scientifici della Dmf, Vincenzo Ruotolo, a Dario Boldrini.
Gli interlocutori, annota il pubblico ministero Giovanni Porpora, si riferiscono a due medici a cui hanno regalato dei condizionatori. Dopo questa conversazione, Boldrini introduce il discorso relativo a due pediatri indagati, «dai quali è costretto a passare per non fare brutta figura, alludendo al contempo al fatto che sicuramente anche loro avranno delle richieste» di regali.
Ruotolo «a tal proposito mostra di non apprezzare il comportamento di questi dottori che, nonostante ricevessero dei vantaggi, non si fanno sentire e aspettano che sia il rappresentante a cercarli» e ribadisce «ancora una volta il concetto secondo il quale non devono dimenticare che anche loro devono contribuire con le loro prescrizioni».
Secondo il gip Bufardeci, citando nell’ordinanza le richieste del pm Porpora, quello dei benefit «quale contropartita delle prescrizioni» è un sistema «tristemente e pericolosamente diffuso a livello nazionale e coinvolge, di fatto, l’intero panorama delle case farmaceutiche, presentandosi quali prassi ormai collaudata».
federico.cortesi@lanazione.net
di Federico Cortesi
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La ditta farmaceutica indicava il beneficiario e si faceva fatturare la spesa da un’agenzia di viaggi pisana; il medico con gli euro del convegno andava a Sharm
22 novembre 2014 – IL TIRRENO Livorno
PISA. Dare soldi per fare soldi. Comunque la si voglia vedere, l’ inchiesta sulla corruzione tra i pediatri viene alimentata da quella materia prima che si chiama denaro. Con una variante che disturba: stavolta ci sono dei bambini di mezzo. Claudio Ghionzoli, uno dei pediatri arrestati per corruzione, una volta aveva rinunciato al viaggio pagato dalla Dmf. Ma non ai soldi. Dopo aver annullato la prenotazione, pagando una piccola penale, aveva incassato il rimborso assicurativo.
È uno degli episodi citati nelle 92 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare che manda ai domiciliari diciotto personale accusate di corruzione.
Nelle carte dell’accusa vengono anche rappresentati quelli che erano, quasi in sinergia, i rapporti tra rappresentanti di Mellin e Dmf e pediatri, primari compresi. L’equilibrio da non alterare era la fornitura di latte in polvere. Una volta garantito il flusso degli ordini da consigliare alle neo mamme, i medici venivano irretiti, con i primari che chiedevano fondi per i loro congressi, con regali e viaggi. Erano loro gli utilizzatori finali delle prebende promesse e concesse dalle aziende private in caso di risultati.
La tecnica scoperta dai carabinieri del Nas ha acceso un faro su una sorta di ingegneria contabile per mascherare ciò che per legge le aziende farmaceutiche non possono fare: pagare i medici per prescrivere i farmaci. E allora l’astuzia italica è venuta in soccorso dei protagonisti dell’inchiesta “Medici low cost”, con il basso costo inteso dalla magistratura come collocazione morale.
«La legge consente alle aziende di finanziare congressi e convegni di livello scientifico – spiega il colonnello Giovanni Capasso, comandante del gruppo carabinieri per la tutela della salute di Roma –. Sono costi che possono dedurre dalle tasse. I viaggi no». Ecco allora che l’agenzia di viaggi pisana, il cui titolare è indagato, ma ha collaborato con gli inquirenti, diventa fondamentale nelle procedure ritenute illecite. Il filtro magico che trasforma il denaro delle ditte in “buoni” da regalare agli utilizzatori finali delle prebende del privato che vuole vendere i suoi prodotti. «La ditta corruttrice indicava il soggetto beneficiario – si legge nell’ordine di arresto – e la fatturazione della relativa spesa. Fatti che, comportando un effettivo esborso economico, evidentemente presuppongono la conoscenza e il pregresso accordo con il corrotto (il medico, ndr)». Di fatto i privati si facevano fatturare dall’agenzia di viaggi i costi per la partecipazione dei medici a convegni veri, ma ai quali i pediatri non partecipavano. I soldi diventavano così un “buono” da spendere per viaggi di piacere, a volte anche con piccole integrazioni per raggiungere l’importo necessario alla vacanza. Gli informatori dovevano fare il budget e premevano per far prescrivere i loro prodotti ai medici. Le aziende tenevano sott’occhio l’attività dei rappresentanti e le “risposte” dei pediatri alle ai patti con i promotori, un impasto di blandizie e mercimonio.
Per il comandante provinciale dei carabinieri di Pisa, colonnello Andrea Brancadoro, l’inchiesta ha mostrato un risvolto etico che stride con la missione di un medico. Professionisti da non meno di 6-7mila euro netti al mese con migliaia di mutuati che inciampano nella macchia di un arresto per un tablet barattato con una fornitura di latte in polvere da prescrivere anziché lasciare al corso della natura l’allattamento materno di un neonato.
Su questo aspetto è severo il giudice delle indagini preliminari, Guido Bufardeci: «Gli indagati non hanno avuto remore ad avere rispettivamente condotte corruttive o costituenti indebita accettazione di regalie o favori di natura economica, anche protratte nel tempo, in maniera tale da togliere fiducia agli utenti della sanità cui non è più garantita l’appropriatezza delle cure. La notevole gravità dei fatti, consistenti nello svilimento di attività aventi natura pubblicistica, evidenzia l’attualità dell’esigenza cautelare degli arresti domiciliari».
Intanto l’Asl 5 di Pisa ha già scelto i sostituti dei medici coinvolti nell’inchiesta: avranno stessi orari e stesso ambulatorio.
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sabato 22 novembre 2014 – Toscanamedianews
PISA — Rabbia, sconcerto, richieste di intervento: non si placa lo sdegno collettivo generato dall’inchiesta dei Nas di Livorno Medici low cost, che ha portato agli arresti domiciliari per corruzione 12 pediatri, di cui 11 toscani e in attività in varie zone del pisano, dell’empolese e della Versilia, cinque informatori scientifici e il dirigente di un’azienda che produce latte in polvere (ma le imprese coinvolte sono tre, Mellin, Dmf e, per un solo caso, Humana Italia).
I medici sono accusati di aver caldeggiato con centinaia di neo-mamme l’uso del latte artificiale al posto di quello naturale in cambio di viaggi, cellulari, pc, televisori e altri costosi elettrodomestici forniti dalle tre aziende produttrici del latte, con un giro potenziale di pazienti coinvolte che supera le 10.000 donne. Per garantire ai pediatri la possibilità di fare viaggi, i corruttori utilizzavano agenzie compiacenti che fatturavano false spese per partepazioni a congressi mai effettuate che poi si trasformavano in bonus per soggiornare in alberghi di lusso in località alla moda, magari con la moglie al seguito.
Poche ore dopo l’esecuzione delle ordinanze di custodia cautelare ai domiciliari, le Asl hanno provveduto a sospendere e sostituire i pediatri coinvolti. Ma anche l’Ordine dei medici di Pisa si è dichiarato pronto a prendere provvedimenti disciplinari.
“L’immediata e cautelativa sospensione dei professionisti da parte delle aziende sanitarie incontra il nostro totale favore – hanno dichiarato il coordinatore toscano del Tribunale per i diritti del malato Domenico Gioffrè e il segretario di Cittadinanzattiva Adriano Amadei – Occorre restituire serenità alle famiglie e credibilità a quanti quotidianamente svolgono il proprio lavoro con correttezza professionale, onestà intellettuale e morale. I casi di corruzione siano isolati e severamente puniti”.
E oggi ha ribadito la necessità di interventi in tempi molto rapidi anche il presidente della Regione Enrico Rossi.
Enrico Rossi sui latti artificiali
“Dottore, più ci soddisfa più noi la soddisfiamo”