Si è bloccata la crescita incotrollata dei costi, ma non si è ancora riusciti a invertire la rotta. Pesano i costi per il personale, i beni e i servizi. Per ogni assistito si spendono quasi 2mila euro. Il ministro Lorenzin: "Risorse tagliate siano usate per la salute"
MILANO – La lievitazione incontrollata della spesa sanitaria è stata bloccata, ma gli interventi effettuati "non sono ancora in grado di favorire il ridimensionamento". A pesare sono soprattutto i costi per il personale, per beni e servizi. Cresce il costo medio degli assistiti, arrivato a 1.914 euro a paziente. L’analisi sul sistema sanitario italiano arriva dalla Corte dei conti, che nel giudizio sul rendiconto generale dello stato 2012 ricorda: "Per la sua impostazione e per le modalità di organizzazione il sistema richiede senza dubbio la disponibilità di ingenti risorse per il mantenimento dei livelli essenziali di assistenza".
Pur essendo stato negli ultimi anni destinatario di numerose disposizioni di contenimento della spesa, l’incidenza sul pil si conferma al 7,3% ed "induce a ritenere che gli interventi effettuati, pur incisivi, siano per lo più riusciti a evitare un’incontrollata lievitazione dei costi, ma non siano ancora in grado di favorire il loro ridimensionamento. La sanità rappresenta dunque un’area d’intervento che "richiede un forte impegno di risorse"; con aspetti critici "numerosi e complessi".
Proprio oggi, il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ha detto a SkyTg24 che in questi anni alla sanità sono stati tagliati molti fondi ma ci sono ancora molti margini per eliminare gli sprechi. Il ministro ha sottolineato però che le risorse recuperate "vanno investite nella sanità per cure avanzate e prevenzione. Ho detto subito dal primo giorno – ha sottolineato Lorenzin – al ministro Saccomanni che il sistema sanitario nazionale non poteva più accettare tagli lineari. La spesa sanitaria è quella più aggredita e conosciuta. Oggi siamo in una fase di controllo perché siamo scesi sotto i trend. Oggi si può ancora risparmiare in sanità facendo governance sui territori e riprogrammazione della spesa sanitaria. Questi soldi vanno reinvestiti nella sanità per garantire farmaci innovativi, cure tecnogicamente avanzate, prevenzione e potenziamento della medicina di teritorio".
Secondo i primi dati di consuntivo il complesso delle risorse acquistate lo scorso anno è ammontato a 112,6 miliardi (un punto percentuale in meno rispetto al 2011), che a fronte del volume generale di spesa, attestandosi a 113,7 miliardi, comporta un disavanzo complessivo nazionale di settore pari a 1 miliardo, risultato fin qui il più basso degli ultimi anni, con un saldo negativo interamente a carico delle regioni e delle province autonome.
L’83% del finanziamento è a carico della fiscalità, e proviene dall’Iva (53 miliardi) dall’Irap e dalle addizionali regionali Irpef (40). Il restante 17% proviene