«Il settore farmaceutico, fiore all’occhiello del made in Italy, ha ormai superato la crisi. E oggi da New York lancia l’invito alle imprese americane a consolidare gli investimenti che negli ultimi 5 anni hanno raggiunto complessivamente i 2,5 miliardi di dollari. Il nostro Paese ha tutte le caratteristiche per attrarne ancora di più: dalle risorse umane di qualità al know how delle imprese, dai centri di eccellenza all’indotto».
È quanto ha detto il presidente di Farmindustria Massimo Scaccabarozzi a New York nel corso del convegno Influence, Relevance, Growth – Italy’s opportunity and new paradigm, organizzato da Italian Business & Investment Initiative in collaborazione con Ernst & Young.
«La produzione negli ultimi anni è aumentata progressivamente fino a raggiungere, a partire dal 2010, un +10 per cento rispetto al -7 per cento della media manifatturiera», ha aggiunto Scaccabarozzi. «L’Italia farmaceutica è al secondo posto per produzione in UE (30 miliardi nel 2015) dopo la Germania, che è ormai vicina. Dato determinato per oltre il 70 per cento dall’export. E l’occupazione è in crescita negli ultimi due anni con 5.000 nuovi assunti, di cui la metà under 30. Senza dimenticare che, nel farmaceutico, l’industria 4.0 è una realtà.
Anche dalla ricerca vengono segnali positivi: +20 per cento nel totale degli investimenti negli ultimi due anni con un aumento della quota degli studi clinici italiani a livello europeo. E con una crescente specializzazione nel biotech, nei vaccini e negli emoderivati. Risultati di eccellenza sono poi quelli raggiunti nelle terapie avanzate e nelle malattie rare. Successi da consolidare con una nuova governance che valorizzi l’innovazione e renda l’Italia ancora più attrattiva», ha concluso Scaccabarozzi.
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N.d.R.: In Italia, nel settore farmaceutico non c’è mai stata crisi. Si veda i dati ISTAT. La finta crisi di cui parla è servita a giustificare il licenziamento di 15.000 ISF.