“Se si continuerà con Manovre di questo tipo, il rischio di un ulteriore calo dell’occupazione nel settore farmaceutico c’è ed è evidente. L’eco di queste nuove misure ha fatto il giro del mondo e il pericolo è anche che le aziende delocalizzino la produzione e non investano più in Italia”. E’ la preoccupazione di Massimo Scaccabarozzi, neopresidente di Farmindustria, che ne ha parlato a Roma durante la conferenza in cui si è presentato alla stampa con i nuovi vicepresidenti dell’associazione delle aziende farmaceutiche, eletti a fine giugno. “D’altronde – ha proseguito Scaccabarozzi – prima si dice alle industrie estere che fanno bene a investire in Italia, poi qualche mese dopo si introducono interventi di questo genere” in Manovra, come il compito di pagare il 35% dello sfondamento della spesa farmaceutica ospedaliera. “Siamo arrivati oltre il punto di saturazione”, ha ribadito il numero uno di Farmindustria. Secondo l’associazione, il pericolo che si corre è quello di assistere a delocalizzazioni delle produzioni e alla trasformazione dell’Italia da terzo produttore dell’Unione europea, in un mercato di consumo di medicinali sviluppati e prodotti all’estero, e di portare la ricerca fuori dai nostri confini. Con effetti pesanti anche sull’occupazione, già diminuiti di 8.000 addetti qualificati dal 2006 (cioé -11% sul totale di 75.000), che rischia di ridursi altrettanto nei prossimi cinque anni. La situazione è critica non solo per quanto riguarda società estere, ma anche ‘azzurre’: “Ormai – ha spiegato – le industrie italiane come Chiesi, Menarini, Recordati, sono vere e proprie multinazionali a capitale italiano e hanno le stesse problematiche di quelle estere. Delocalizzeranno dove le regole sono certe, stabili e sostenibili nel tempo”.
Barbara Di Chiara
Fonte: adnkronosSalute – PharmaKronos del 11 luglio 2011 numero 125 anno 5