«In Sardegna la spesa farmaceutica lorda (al contrario di quella netta, in diminuzione del 3,7%) è in aumento, ma occorre considerare che la nostra Regione, assieme ad altre 4 Regioni, non fa pagare il ticket sulle ricette che incide sulla spesa lorda tra il 13% e il 15,2%. Se si aggiungessero queste percentuali alla spesa delle cosiddette Regioni virtuose, allora la loro spesa crescerebbe, abbassandone di fatto i risparmi conteggiati. E allo stesso tempo, se si aggiungessero, ad esempio, i 2 euro di ticket nelle ricette dei sardi (su 30 milioni di confezioni di farmaci), si totalizzerebbero circa 40/50 milioni (escludendo le esenzioni) che si dovrebbero sottrarre dalla spesa del dossier Federfarma». È quanto spiega in una nota l’assessorato alla Sanità della Regione Sardegna in merito ai dati sulla spesa farmaceutica elaborati da Federfarma.
Nel 2012 la spesa ospedaliera nell’Isola ha avuto una notevole riduzione rispetto al periodo 2008-2011, con un decremento di circa 40 milioni di euro rispetto al 2011 (da 194 milioni a 151 milioni di euro). Inoltre, come dimostrano i dati del primo trimestre 2013, la Sardegna sta facendo registrare una inversione di tendenza, ovvero una diminuzione importante della spesa farmaceutica territoriale, che si attesta a – 8,5% rispetto al 2012. Un dato rilevante se si pensa che la media nazionale si ferma a – 4,5%.
Risultato questo che deriva anche dall’attuazione dell’accordo tra Regione e Federfarma Sardegna, in vigore dallo scorso 1 gennaio, per la riduzione della remunerazione riservata alle farmacie che distribuiscono determinati medicinali in distribuzione per conto (Dpc), cioè acquistati dalle Asl ma venduti nelle farmacie di tutta l’isola.
«Per quanto riguarda l’aumento delle ricette – spiega l’assessorato – questo è dovuto al fatto che l’età media della popolazione è sensibilmente cresciuta e si fa maggior ricorso alla deospedalizzazione, oltre che alla limitazione delle prescrizioni».
21 maggio 2013 – healthdesk