di Chiara Daina | 23 marzo 2014
Alla fiera dei conflitti di interessi di Big Pharma non si trovano soltanto i cartelli tra colossi, come quello tra gli svizzeri Roche e Novartis accusati di essersi accordati per la diffusione sul mercato del Lucentis, cioè il farmaco più costoso per la cura della maculopatia (1400 euro) contro l’analogo low cost Avastin (15 euro). Le alleanze tra medici e aziende farmaceutiche sono all’ordine del giorno e sotto gli occhi di tutti. Ma non ce ne accorgiamo, perché di fronte alla sanità tendiamo a sentirci impotenti, quando abbiamo bisogno di guarire pensiamo solo a quello e il nostro istinto di sopravvivenza prevale, mettendo a tacere il resto. Oppure pensiamo che il sistema funzioni così perché è sempre stato così. E intanto c’è chi se ne approfitta.
Un caso recentissimo riguarda l’accordo tra la Federazione nazionale dell’Ordine dei medici (Fnomceo) e Sanofi, multinazionale del farmaco francese, secondo cui i neoiscritti durante il “Giuramento d’Ippocrate” possono ritirare, insieme al tesserino e il numero d’iscrizione, anche un regalo di Sanofi: il manuale Reversi, XXI edizione, noto bigino di Medicina interna pronto all’uso, costo 99 euro. 71 Ordini medici su 106 hanno aderito. Gli altri (per esempio Milano, Brescia, Ferrara) hanno protestato. “Proprio nel momento in cui si immettono nella professione molti giovani nuovi colleghi, si viene di fatto a sponsorizzare il nome di una ditta farmaceutica”: è la reazione di Roberto Carlo Rossi, presidente dell’Ordine milanese. Amedeo Bianco, presidente di Fnomceo, fa finta di cadere sulle nuvole e si difende dicendo che né l’intervento né il libro contengono messaggi promozionali sui farmaci Sanofi. Peccato che non sia un prodotto soltano a essere favorito ma l’intera ditta. Lo scambio di battute finisce sul