Sacconi: "Rafforzare la contrattazione aziendale. Vale anche per Mirafiori e Pomigliano" Il ministro del welfare, Maurizio Sacconi: "La manovra vuole rafforzare la contrattazione di prossimità e quindi la contrattazione aziendale. Quest’ultima certo non ha capacità di intervenire sui minimi contrattuali o su altri elementi base del rapporto di lavoro, ma può intervenire su tutto ciò che riguarda l’organizzazione del lavoro. E’ prevista l’estensione ‘erga omnes’ verso tutti i dipendenti degli accordi che sono coerenti con l’intesa interconfederale realizzati prima di questa intesa e validati dal consenso maggiorato dai lavoratori. Penso a Mirafiori e a Pomigliano". Mauruzio Sacconi: "Saranno limitati i tirocini di cui si è abusato e verrà definito il reato che volgarmente chiamiamo di caporalato, ma che in realtà tratta di sfruttamento del lavoro".
"L’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori non è stato modificato. Non l’abbiamo toccato. Abbiamo solo previsto la possibilità che con accordi aziendali si possano definire accordi in materia di licenziamenti senza giusta causa". Lo ha specificato il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi. La manovra spiega ancora Sacconi, non "modifica lo Statuto dei lavoratori". "L’articolo 18 dunque resta integro, vigente, così come l’articolo 4, l’articolo 13 e altri articoli per i quali sole le parti possono avere alcuni ambiti di autonomia regolatoria. Solo le parti, noi non abbiamo toccato nulla. I diritti fondamentali, universali e inderogabili restano intatti". "Con le norme previste, le parti sociali avranno la capacità, all’interno degli accordi aziendali, di definire duttilmente e flessibilmente, una serie di materie tra le quali i licenziamenti senza giusta causa, tranne quelli discriminatori"
Damiano: "Da Sacconi colpo mortale a mercato lavoro" –"E’ inutile che il ministro del Lavoro si sforzi di spiegare che l’art. 18 dello Statuto dei lavoratori non viene toccato – spiega Cesare Damiano, ex ministro del Lavoro e capogruppo Pd in commissione Lavoro della Camera – E’ vero invece che viene riconosciuta la sua derogabilità, ad eccezione dei licenziamenti discriminatori e per le lavoratrici in ‘concomitanza di matrimonio’. I