L’Ausl chiede ai medici di famiglia un uso attento e razionale delle risorse sanitarie (visite, esami, farmaci…) per le quali ancora notevoli sono i margini di miglioramento.
Redazione 29 maggio 2015 Romagna Oggi
L’intesa conferma i Nuclei di cure primarie, vale a dire raggruppamenti di medici di famiglia mirati a dare, grazie alla sinergia tra i componenti, maggiori servizi ai pazienti. I nuclei sono modellati in maniera omogenea sul territorio in modo che ogni nucleo assista, complessivamente, tra i 15mila ei 20mila cittadini. All’interno dei nuclei i medici di medicina generale condividono percorsi, obiettivi, strumenti di valutazione della qualità, attività formativa. Sui Nuclei di Cure Primarie sono inoltre “costruite” le Case della Salute: unità fondamentali di organizzazione della sanità territoriale, previste dalla normativa regionale dell’Emilia Romagna e dalla legge Balduzzi nel 2012, e luoghi in cui si riuniscono tutti i servizi della medicina territoriale per il cittadino.
I medici di famiglia sul territorio dell’A.USL Romagna sono 790, così suddivisi: Cesena: 146; Forlì: 140; Ravenna: 269; Rimini: 235. I Nuclei di cure primarie in Romagna sono complessivamente 48: 7 nel cesenate; 11 nel forlivese; 17 nel ravennate; 14 nel riminese. Infine le ase della Salute sono complessivamente 19: 4 nel cesenate; 4 nel forlivese; 7 nel ravennate; 4 nel Riminese.
Così facendo in tali strutture, dal lunedì al venerdì, dalle ore 9 alle 19, sarà presente un medico di famiglia cui il cittadino potrà rivolgersi anche nelle ore di chiusura dell’ambulatorio del proprio medico curante (che ovviamente rimane il medico di fiducia dell’assistito). Il collegamento informatico tra colleghi, fortemente implementato negli ultimi anni grazie al Progetto Sole e al Fascicolo Sanitario Elettronico, consentirà al medico in servizio di accedere a tutte le informazioni sanitarie necessarie per esercitare in maniera appropriata l’attività di diagnosi e cura.
Inoltre, il medico di famiglia avrà un ruolo sempre più da protagonista nella gestione delle malattie croniche. I percorsi partono dalle patologie più diffuse, in particolare diabete e pazienti in terapia anticoagulante orale, per poi allargarsi, nel 2016, a scompenso cardiaco e broncopneumopatia cronica ostruttiva. Nel giro dei prossimi mesi i gruppi di lavoro con i medici di famiglia provvederanno ad integrare e unificare i diversi approcci alla presa in carico, per valorizzare le eccellenze e superare prassi ormai datate. Nella stessa direzione va il sostegno all’attività di assistenza domiciliare per pazienti cronici svolta dal medico curante, anch’esso previsto nell’accordo. Infine l’Ausl chiede ai medici di famiglia un uso attento e razionale delle risorse sanitarie (visite, esami, farmaci…) per le quali ancora notevoli sono i margini di miglioramento.“