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Il segretario Fimmg Lazio Maria Corongiu nel leggere i dati di frequenza dell’ultimo week-end – raramente meno di 20 accessi al giorno e in alcuni casi punte di 60, cioè il doppio dei pazienti nella sala d’attesa di una giornata feriale – sottolinea come la copertura delle “urgenze burocratiche” e dei codici verdi sul territorio nella Capitale sia ormai una realtà. «Da dicembre abbiamo registrato oltre 17 mila accessi in 53 giornate lavorative (i week-end di quattro mesi e mezzo); tra Pasqua e il 1° maggio c’è stato un raddoppio delle “frequenze” in molti studi, forse grazie al passaparola».
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Corongiu riflette su come la scommessa può essere stata vinta: «I pazienti che si recano direttamente in Ps potrebbero essere più auto- selezionati, il loro profilo potrebbe essere più orientato inizialmente al sospetto di un’acuzie grave, mentre nelle nostre nove ore (in media due turni da 4 ore e mezza retribuiti 150 euro lordi ciascuno) il servizio resta qualcosa di più di uno screening delle eventuali urgenze in alternativa al pronto soccorso. Infatti vi sono trattati sia i casi di acuzie o pseudo-tali sia le cronicità: tutto tranne il dolore toracico per il quale indirizziamo al Pronto soccorso. E i pazienti gradiscono».