Farmindustria non può nascondere la propria sorpresa per le dichiarazioni di Rita Battaglia della Filcem-Cgil, che afferma di essere favorevole ai tagli, nonostante diversi incontri nei quali è stata chiaramente rappresentata anche allo stesso Sindacato la difficoltà delle imprese. Una posizione peraltro basata sui dati dei primi sei mesi dell’anno, viziati, nel confronto, da fenomeni particolari e comunque ormai obsoleti, che non aiutano la comprensione del problema e, anzi, confondon i dati resi noti dall’Aifa (Agenzia Italiana del Farmaco) mostrano infatti la netta inversione del trend della spesa farmaceutica convenzionata che è già in “territorio negativo” (-0,5% a settembre). Le critiche di Farmindustria riguardano sia i provvedimenti di luglio e settembre, che hanno tagliato i prezzi del 10% – con punte fino al 20% – sia la Finanziaria, che ha reso strutturali queste misure anche per gli anni a venire. Oggi i prezzi dei medicinali in Italia, già più bassi del 20% rispetto alla media europea nel primo semestre, arrivano a toccare punte anche del 40% in meno. Ciò, ovviamente, con costi più alti rispetto ad altri Paesi europei, si pensi all’energia o alla tassazione. Sarà in definitiva necessario migliorare la struttura dei costi delle imprese in Italia, con evidenti impatti anche sull’occupazione, non perché le aziende siano meno efficienti (infatti le stesse sanno competere all’estero), ma per le condizioni in cui sono costrette ad operare. In un clima tanto ostile e negativo sono assolutamente comprensibili le decisioni di alcune aziende di riorientare altrove i propri investimenti.
Da Farmindustria 11/11/2006